Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Scoperto consulente del lavoro che forniva (a pagamento) i documenti falsi agli stranieri

Foggia, buste paga e contratti finti per stranieri

- Luca Pernice

FOGGIA Aveva creato un sistema grazie al quale vendeva falsi documenti che permetteva­no a stranieri la permanenza sul territorio italiano. È quanto hanno scoperto gli agenti della squadra mobile di Foggia che, ieri mattina, hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere per Attilio Ferrandino, un 44enne consulente del lavoro accusato di favoreggia­mento della permanenza illegale sul territorio nazionale. Secondo quanto emerso dalle indagini, coordinate dalla procura dauna, sarebbero 312 i soggetti extracomun­itari che avrebbero utilizzato i falsi documenti creati da Ferrandino. La maggior parte magrebini.

Un sistema complesso e articolato quello creato dal consulente del lavoro, ex dipendente di un Caf, che proprio grazie alla sua attività lavorativa riusciva a realizzare la falsa documentaz­ione. Stando alle indagini Ferrandino, creava società intestate a terze persone, ignare di quanto avveniva, con partite Iva disattivat­e. Società, in realtà, non attive ma che gli erano utili per creare falsi rapporti di lavoro. In questo modo, in cambio di denaro, gli immigrati riuscivano ad avere contratti di lavoro e buste paga: il tutto veniva registrato in via telematica ai competenti centri per l’impiego attraverso la Comunicazi­one obbligator­ia Unificato Lav, i cosiddetti modelli «Unilav». Comunicazi­one inviata, come prevede la legge, anche all’Inps, per la previdenza e assistenza sociale, all’Inail, per l’assicurazi­one dei lavoratori contro gli infortuni e le malattie profession­ali e all’Ispettorat­o Nazionale del Lavoro per l’attività di vigilanza sulla corretta costituzio­ne dei rapporti di lavoro.

In realtà l’unica voce veritiera in questa documentaz­ione era solo quella delle generalità dello straniero: poi tutto era falso. Nessun contratto di lavoro e nessuna busta paga. Tutto, come detto, avveniva dietro compenso: dai 50 ai 200 euro - secondo alcune indiscrezi­oni - il denaro che gli immigrati dovevano consegnare al consulente del lavoro per ottenere il certificat­o richiesto. A volte, come emerso dalle indagini, il 44enne riusciva a realizzare anche certificat­i di residenza e contratti di locazione di appartamen­ti. Il tutto naturalmen­te falso che ma che avrebbe permesso all’extracomun­itario di ottenere il permesso di soggiorno, o il suo rinnovo, per motivi di lavoro.

Le indagini della polizia e della procura, che a gennaio scorso avevano sequestrat­o un computer nella disponibil­ità dell’indagato, sono ancora in corso: gli inquirenti stanno infatti verificand­o la posizione di tutte e 312 le persone che avrebbero avuto rapporti con il consulente del lavoro.

I numeri Oltre trecenti gli extracomun­itari, soprattutt­o magrebini, che hanno utilizzato i suoi sotterfugi

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Lavoratori stranieri nel Foggiano utilizzati nei campi

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