Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Scoperto consulente del lavoro che forniva (a pagamento) i documenti falsi agli stranieri
Foggia, buste paga e contratti finti per stranieri
FOGGIA Aveva creato un sistema grazie al quale vendeva falsi documenti che permettevano a stranieri la permanenza sul territorio italiano. È quanto hanno scoperto gli agenti della squadra mobile di Foggia che, ieri mattina, hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere per Attilio Ferrandino, un 44enne consulente del lavoro accusato di favoreggiamento della permanenza illegale sul territorio nazionale. Secondo quanto emerso dalle indagini, coordinate dalla procura dauna, sarebbero 312 i soggetti extracomunitari che avrebbero utilizzato i falsi documenti creati da Ferrandino. La maggior parte magrebini.
Un sistema complesso e articolato quello creato dal consulente del lavoro, ex dipendente di un Caf, che proprio grazie alla sua attività lavorativa riusciva a realizzare la falsa documentazione. Stando alle indagini Ferrandino, creava società intestate a terze persone, ignare di quanto avveniva, con partite Iva disattivate. Società, in realtà, non attive ma che gli erano utili per creare falsi rapporti di lavoro. In questo modo, in cambio di denaro, gli immigrati riuscivano ad avere contratti di lavoro e buste paga: il tutto veniva registrato in via telematica ai competenti centri per l’impiego attraverso la Comunicazione obbligatoria Unificato Lav, i cosiddetti modelli «Unilav». Comunicazione inviata, come prevede la legge, anche all’Inps, per la previdenza e assistenza sociale, all’Inail, per l’assicurazione dei lavoratori contro gli infortuni e le malattie professionali e all’Ispettorato Nazionale del Lavoro per l’attività di vigilanza sulla corretta costituzione dei rapporti di lavoro.
In realtà l’unica voce veritiera in questa documentazione era solo quella delle generalità dello straniero: poi tutto era falso. Nessun contratto di lavoro e nessuna busta paga. Tutto, come detto, avveniva dietro compenso: dai 50 ai 200 euro - secondo alcune indiscrezioni - il denaro che gli immigrati dovevano consegnare al consulente del lavoro per ottenere il certificato richiesto. A volte, come emerso dalle indagini, il 44enne riusciva a realizzare anche certificati di residenza e contratti di locazione di appartamenti. Il tutto naturalmente falso che ma che avrebbe permesso all’extracomunitario di ottenere il permesso di soggiorno, o il suo rinnovo, per motivi di lavoro.
Le indagini della polizia e della procura, che a gennaio scorso avevano sequestrato un computer nella disponibilità dell’indagato, sono ancora in corso: gli inquirenti stanno infatti verificando la posizione di tutte e 312 le persone che avrebbero avuto rapporti con il consulente del lavoro.
I numeri Oltre trecenti gli extracomunitari, soprattutto magrebini, che hanno utilizzato i suoi sotterfugi