Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
A Bari la mensa entra in classe
L’assessore Romano: «Stiamo studiando come evitare gli assembramenti degli alunni»
«Gli spazi non mi preoccupano. Piuttosto il problema è la carenza di personale Ata». Così Paola Romano, assessore del Comune di Bari, il giorno dopo le linee guida emanate sul ritorno a scuola del 14 settembre. «Per elementari e medie stiamo ipotizzando di far mangiare gli alunni in classe contro gli assembramenti».
BARI Gli spazi da ripensare, ma anche servizi essenziali come mense e trasporto scolastico da ridisegnare. Con un unico imperativo: scaglionare accessi e ingressi in aula. Il prossimo 14 settembre anche a Bari suonerà la prima campanella del nuovo anno scolastico, tra non poche incognite dettate dall’emergenza covid-19. E che nemmeno le ultime direttive nazionali del Governo riescono a risolvere del tutto. «Possiamo allestire tutti gli spazi che vogliamo, ma il vero tema è la carenza del personale», avverte l’assessore comunale alla Pubblica Istruzione Paola Romano.
Assessore, mancano meno di tre mesi all’inizio della scuola, ma il tempo già stringe per le misure anti-covid. Come si sta organizzando il Comune?
«Abbiamo già censito gli spazi di tutti i 122 immobili delle scuole di nostra competenza, materne, elementari e medie. A breve convocheremo i dirigenti per esporci le loro proposte. Concordo con quanto detto dalla ministra Azzolina: lo spazio è il secondo dei problemi, il primo è il personale. Le faccio un esempio pratico e reale».
Prego.
«L’istituto comprensivo Aristide-Gabelli di Santo Spirito ha mille e 200 alunni. La dirigente ci ha chiesto di risistemare un’altra ala più grande. Bene, noi possiamo farlo subito. Ma sa qual è il problema? Il personale Ata. Se ho due operatori che già mi controllano un’ala della scuola, come posso pretendere che lo facciano anche per l’altra?».
Certo, servirebbe il dono dell’ubiquità.
«Ma le dirò di più. Si parla di ingressi scaglionati, cioè di far entrare gli alunni a scuola in fasce diverse, dalle 7 e 30 alle 9 e 30. Bene, apriamo tutti gli ingressi di ogni scuola per fare percorsi separati. Ma poi chi li controlla? Per non parlare
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delle maggiori pulizie necessarie alla sanificazione degli ambienti. Insomma, non è un’operazione a somma zero».
Il Governo mette in campo risorse, tra cui un miliardo per le assunzioni. Bari quanto avrà di fondi per la scuola?
«Circa 3 milioni di euro tramite la candidatura al bando Miur che scadeva lo scorso 24 giugno. Anche qui ogni dirigente potrà sempre chiedere modifiche al suo istituto, dall’abbattimento di una parete per fare una classe in più alla creazione di più bagni. Ma senza assunzioni reali chi controllerà tutti questi spazi aggiuntivi?».
Sul fronte degli immobili da reperire circola con insistenza il progetto di trasferire alcune classi della Piccinni e della Carducci nei piani dismessi della scuola San Nicola di Bari vecchia. Quella dove nessuno ci voleva andare per colpa dei figli dei clan.
«È un’ipotesi che deve però sempre fare i conti con il tema del personale scolastico da impiegare».
Le faccio una proposta: Bari ha una popolazione studentesca di circa 50mila alunni. Perché non utilizzare anche i padiglioni della Fiera del Levante?
«Per le scuole di nostra competenza non è fattibile, soprattutto per l’infanzia. In ogni quartiere ci deve essere una scuola di prossimità. Per gli istituti superiori non so, dovrebbero ragionarci Città Metropolitana e Ufficio scolastico regionale».
Un altro tema è il trasporto scolastico. Completamente da rivoluzionare gli alunni andranno a scuola in orari diversi.
«Certamente non potrà essere lo stesso servizio degli altri anni. Non abbiamo ancora le linee guida, ma in linea con il trasporto pubblico locale anche qui la capienza a bordo sarà ridotta del 50 per cento. Abbiamo già elaborato alcune ipotesi incrociandole anche con quella di ingressi a scuola a fasce orarie».
Stesso problema anche per il
Abbiamo già censito gli spazi dei nostri oltre cento immobili scolastici
Si parla di ingressi scaglionati e percorsi separati. Ma chi farà i controlli?
servizio mensa.
«Anche qui non abbiamo ancora le linee guida. Alcune aule mensa saranno confermate perché sono grandi e con pochi alunni iscritti. In altri casi invece, specie negli istituti comprensivi, non escludiamo di distribuire i pasti su tre turni o di farli consumare direttamente in classe».
Lei tra pochi mesi diventerà mamma per la prima volta. Che scuola immagina per sua figlia?
«Una scuola in presenza, con aule spaziose, con spazi all’aperto e che metta al centro il tema degli alunni con disabilità. Poi è chiaro che voglio per mia figlia una scuola che la prepari al mondo».