Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Boccia: nessun diktat su Emiliano
Appello del ministro a Italia Viva e Cinque Stelle: «Così state trascinando Fitto alla vittoria»
«Se la soluzione terza passa attraverso un diktat sulla persona di Emiliano è inaccettabile». Francesco Boccia, ministro pd degli Affari regionali, difende la ricandidatura del governatore uscente alla Regione e lancia un appello a Italia Viva e Movimento 5 Stelle: «Dividendoci così si finisce per trascinare alla vittoria il candidato del centrodestra».
Francesco Boccia, ministro degli Affari regionali: che aria tira in Puglia per il centrosinistra?
«Partiti, associazionismo, ambientalismo hanno costruito un percorso che ha cambiato la Puglia, che è considerata un modello, un esempio del Sud che può cambiare».
Una Puglia felix?
«Vedo una regione che ha cambiato pelle, che ha fatto emergere la bellezza, che è un modello su cultura, enogastronomia, turismo, aerospazio, innovazione tecnologica, agricoltura. Certo, ci sono tante questioni da affrontare, e la sfida che abbiamo dinanzi è tra questa visione della Puglia e quella della destra. Io so com’era la Puglia della destra. La nostra Puglia è cambiata, dall’urbanistica, ai conti del bilancio, dalla cultura alla sanità. La gestione della pandemia è il segnale di una sanità di eccellenza. Colgo l’occasione per ringraziare i tanti volontari, medici, infermieri».
Tra Vendola ed Emiliano non sono mancate le polemiche sulle discontinuità tra le due epoche. Che ne pensa?
«La primavera pugliese è stata costruita tutt’insieme. Nel 2004, a Bari si entrava nella città vecchia scortati dalla polizia, poi, qualche tempo dopo abbiamo donato la chiesa russa siglando un patto istituzionale e religioso che ha fatto la storia. Quella stagione nasce con Vendola, ma aveva alle spalle una storia da cui venivamo tutti noi».
In Puglia, tre partiti di governo, con tre candidati diversi. Che segnale è?
«Non è successo solo in Puglia. I processi politici, soprattutto quando si costruiscono fronti politici ampi, non si fanno in vitro».
Quale futuro per l’ex Ilva e del settore industriale?
«La decarbonizzazione per noi è stato un punto fermo da dieci anni e oggi lo è anche in Europa. Pochi anni fa, questa linea nel partito pre-Zingaretti sembrava un insulto. Invece era l’unica strada per coniugare salute e ambiente. Su questo anche il M5S ha fatto passi in avanti, visto che la volevano chiudere. Quindi sviluppo sostenibile, transizione energetica, prevenzione territoriale pubblica nella sanità, investimenti su scuola e ricerca, sono la visione di una comunità poli«La tica che parte dalla centralità della persona e dei bisogni da garantire a tutti».
Il consigliere del Pd, Amati, invita Emiliano a compiere un passo di lato. Come replica?
«Emiliano ha fatto spesso nella sua vita passi che hanno consentito nuove aggregazioni che vanno fatte con gli elettori, non solo con le forze politiche».
Quindi esclude un passo indietro?
candidatura di Emiliano non è nata per una sua imposizione. Ha governato molto bene, e ha fatto le primarie che sono sempre il tratto distintivo del centrosinistra. Emiliano non è il candidato del Pd, ma della coalizione del centrosinistra».
La sinistra pugliese continua a rincorrere il M5S. Auspicate un intervento di Conte?
«Conte non va mai tirato per la giacca. Auspico una loro riflessione politica, devono sapere che ogni voto che non va a Emiliano è regalato a Fitto. Perché alla fine lo scontro si polarizzerà, tra due visioni diverse».
I rapporti con Italia Viva?
«Rispettiamo tutti, ma noi abbiamo una idea chiara dello sviluppo della Puglia. Il confronto fa bene, ma ogni voto che non va a Emiliano, indirettamente finisce con favorire Fitto, se le proposte politiche degli altri non hanno alcuna possibilità di giocarsi la partita con la destra unita».
Una soluzione terza potrebbe ricompattare i partiti che governano insieme a Roma?
«Se la soluzione terza passa attraverso un diktat sulla persona è inaccettabile. Emiliano è il candidato che ha vinto le primarie. Non sono accettabili diktat. Ha senso, invece, porsi delle condizioni reciproche quando si fa un’alleanza».
I sondaggi danno Fitto in vantaggio. Preoccupato?
«Non abbiamo mai guardato ai sondaggi, non lo faremo ora. In Puglia, sulla carta, le sigle del centrodestra sono sempre state maggioranza. I risultati sono cambiati con le persone. Il M5S ha una grande responsabilità sulle spalle. Non chiudere l’accordo con il centrosinistra unito significa avvantaggiare Fitto».
Qual è il suo giudizio sulla candidatura di Fitto?
«Rispetto Fitto come ogni altro avversario. Ogni pugliese può fare il bilancio di dieci anni della sua azione di governo. Penso che debba essere una campagna elettorale sulle cose. Per noi lo sviluppo sostenibile è un valore, per loro no, per noi l’Europa è un valore per loro no, per noi la transizione energetica è un valore, per loro no. Con l’aggravante che ora i compagni di viaggio sono Meloni e Salvini, che spingono per portare il Paese e la Puglia fuori dal perimetro dell’Europa e del Mediterraneo. Se mi posso permettere, mi ispiro a Oscar Wilde: l’unico fascino del passato è che è passato».
Il pressing su Conte Il premier non va mai tirato per la giacca Si deve sapere che ogni voto che non va a Michele finisce nelle tasche del suo avversario