Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Biscardi e il suo Petruzzelli «Ecco il futuro del Teatro»
Massimo Biscardi, riconfermato sovrintendente: «Aspettiamo il pubblico a luglio e agosto»
«Per me è una grande emozione. Ringrazio il presidente Antonio Decaro e l’intero consiglio di indirizzo per la fiducia». Massimo Biscardi è da qualche ora il riconfermato sovrintendente della Fondazione Petruzzelli di Bari (manca solo il formale ok ministeriale da Roma) e non nasconde l’inevitabile soddisfazione. Cinque anni fa il maestro monopolitano, oggi 64enne, fu chiamato al capezzale di un teatro che critica ed economisti, dopo la difficile fase del commissariamento, davano praticamente per spacciato. Oggi Biscardi, dopo averlo risanato con conti in ordine e la risoluzione di numerose vertenze, si gode il mandato bis. Certo, tra non poche incognite legate alla pandemia.
Il teatro dopo quasi quattro mesi ha parzialmente riaccolto il pubblico e per lei è arrivata la riconferma. Come è stato questo lockdown senza il Petruzzelli?
«Molto difficile. Ripenso alle tante mail di affetto inviate in questi mesi dal nostro pubblico. Tutti ne sentivamo la mancanza. È stato però un periodo che ci ha permesso di riflettere e di comprendere le bellezze della vita e ovviamente dell’arte e della cultura. Credo che ognuno di noi ha ritrovato una certa interiorità».
Nelle settimane più difficili del virus si azzardava la riapertura dei teatri per la primavera 2021. Praticamente un’eternità per il mondo artistico. Poi la svolta a metà giugno.
«Il miglioramento della pandemia nel mese di maggio è stata determinante e ha permesso a tutti i teatri di riprendere, seppur timidamente, i contatti con il pubblico. Noi a settembre siamo pronti a ripartire con la stagione lirica e con tutte le misure necessarie. Certo, con appena 200 spettatori non c’è alcun equilibrio economico tra costi e incassi. Ma noi siamo fiduciosi: la capienza risalirà e ci andrebbe bene anche al 70-80 per cento. Se invece sarà confermata la capienza ridotta, allora vorrà dire che la situazione non sarà migliorata e che noi dovremo necessariamente rivedere l’opera, L’Elisir d’Amore, con molti accorgimenti per i nostri attori e coristi. Ma senza toccarne l’impianto».
E poi ci sarà da recuperare gli spettacoli annullati dal virus?
«Sì, il nostro intento è di riprogrammare tutto quello che si è perso. Penso all’Aida e a Tristano e Isotta o alle repliche dell’Adriana Lecouvreur, l’opera, eravamo alla prima, con la quale abbiamo chiuso per il lockdown. Per tutti i teatri è stato un 2020 per certi versi perduto, ma deve essere la rampa di lancio per il 2021. Abbiamo fatto una guerra, ora dobbiamo ripartire».
Che stagione dobbiamo aspettarci per il prossimo anno?
«Bellissima e indimenticabile. Ottenute le linee programmatiche dal consiglio di indirizzo ci metteremo al lavoro per regalare un surplus di emozioni al nostro pubblico e alla città di Bari. Il Petruzzelli deve essere il motore della cultura al Sud. Sono molto fiducioso».
Il teatro lavorerà anche a luglio e agosto?
«Sì, presenteremo due nuove serie di concerti per il mese di luglio e ci attendono tre cicli di coro e di orchestra. Ad agosto ci sarà, per un breve periodo e per diverse categorie il Fis, il Fondo d’integrazione salariale».
Intanto martedì sera il teatro ha riaperto al pubblico. Non temeva il generale scetticismo da covid?
«Sinceramente sì, ma la città ha poi risposto in maniera molto positiva. È stata per noi una sorta di prova generale per capire come dovremo comportarci tutti noi, lavoratori e pubblico, con queste nuove regole da distanziamento».
❞ Costi e incassi Siamo pronti a ripartire con la lirica. Certo, con appena 200 spettatori non c’è alcun equilibrio tra costi e incassi
❞ Il motore della cultura Il nostro teatro deve essere il motore della cultura al Sud. Sono molto fiducioso sul suo futuro