Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Andria, lo strappo di Marmo: mi candido

Il capogruppo regionale azzurro corre da sindaco nonostante gli accordi nazionali di FI, Lega e FdI

- Francesco Strippoli

BARI Il capogruppo di Forza Italia in Regione, Nino Marmo, rompe gli indugi (e la coalizione) e si candida a sindaco di Andria, la sua città. È quel che aveva promesso molti mesi fa. La sua decisione però contrasta con gli accordi stretti a livello nazionale dai tre partiti del centrodest­ra. L’intesa, dello scorso 22 giugno, ruotava attorno alla designazio­ne di Raffaele Fitto (FdI) a candidato governator­e. Alla Lega, che reclamava il posto andato a Fitto, veniva concesso per compensazi­one il candidato sindaco in ogni città capoluogo, Andria compresa. Marmo aveva manifestat­o fin da subito il proprio dissenso, ma non è riuscito a far fare marcia indietro a nessuno dei leader della coalizione. Pure il vertice pugliese di FI – il coordinato­re Mauro D’Attis e il vice Dario Damiani – ha riconferma­to fedeltà all’accordo romano del 22 giugno. Ma poi ha rivolto un appello a Marmo «a riconsider­are la decisione affinché la sua esperienza possa restare al servizio del futuro gruppo consiliare regionale con un incarico di alto profilo».

L’idea era di affidare a Marmo il ruolo di presidente del Consiglio, in caso di vittoria del centrodest­ra alle Regionali di settembre. Il capogruppo respinge ogni appello. «Mi hanno offerto – dice – quello e altri ruoli importanti, ma ora per me l’incarico più importante è servire Andria. Già otto mesi fa avevo escluso di ricandidar­mi alla Regione, dopo 25 anni trascorsi da assessore e consiglier­e regionale. E avevo pure annunciato di voler correre per la carica di sindaco della mia città, a nome dell’intero centrodest­ra. Purtroppo è stato fatto un accordo con un partito che reclama autonomia per i territori (la Lega, ndr) e poi stringe intese sulla testa di quegli stessi territori». Responsabi­lità di FI? «Non farò alcuna dichiarazi­one contro Forza Italia che ha dovuto subire l’intesa». Marmo continuerà a restare nel gruppo azzurro della Regione, ma ovviamente non potrà avere con sé la lista forzista nella contesa andriese.

Sarà sostenuto invece da 4 civiche e dovrà contenders­i il voto con il candidato ufficiale del centrodest­ra, Antonio Scamarcio, designato dalla Lega e vice presidente della locale Banca di credito cooperativ­o. Quest’ultimo aveva rivolto un appello a Marmo, qualche giorno fa, rivolgendo­si a lui «come a un fratello». Cosa risponde? «Non rispondo: Scamarcio non ha titolo per rivolgere quell’appello, sempliceme­nte perché è stato tirato in ballo all’ultimo momento, mentre all’inizio la Lega pensava ad un’altra persona». Il centrodest­ra arriva disunito alle votazioni di Andria. «Mentre io – conclude Marmo – dal 1993 non solo ho contribuit­o a designare tutti i nostri candidati a sindaco, ma ho pure allargato l’area del centrodest­ra». D’Attis non si arrende: «C’è ancora un po’ di tempo: fino all’ultimo farò di tutto perché si arrivi ad una scelta concorde».

L’accusa Il consiglier­e attacca: «Il Carroccio reclama autonomia, poi stringe intese sulla testa dei territori»

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Nino Marmo consiglier­e regionale da 25 anni vuole correre per il ruolo di sindaco di Andria

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