Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Andria, lo strappo di Marmo: mi candido
Il capogruppo regionale azzurro corre da sindaco nonostante gli accordi nazionali di FI, Lega e FdI
BARI Il capogruppo di Forza Italia in Regione, Nino Marmo, rompe gli indugi (e la coalizione) e si candida a sindaco di Andria, la sua città. È quel che aveva promesso molti mesi fa. La sua decisione però contrasta con gli accordi stretti a livello nazionale dai tre partiti del centrodestra. L’intesa, dello scorso 22 giugno, ruotava attorno alla designazione di Raffaele Fitto (FdI) a candidato governatore. Alla Lega, che reclamava il posto andato a Fitto, veniva concesso per compensazione il candidato sindaco in ogni città capoluogo, Andria compresa. Marmo aveva manifestato fin da subito il proprio dissenso, ma non è riuscito a far fare marcia indietro a nessuno dei leader della coalizione. Pure il vertice pugliese di FI – il coordinatore Mauro D’Attis e il vice Dario Damiani – ha riconfermato fedeltà all’accordo romano del 22 giugno. Ma poi ha rivolto un appello a Marmo «a riconsiderare la decisione affinché la sua esperienza possa restare al servizio del futuro gruppo consiliare regionale con un incarico di alto profilo».
L’idea era di affidare a Marmo il ruolo di presidente del Consiglio, in caso di vittoria del centrodestra alle Regionali di settembre. Il capogruppo respinge ogni appello. «Mi hanno offerto – dice – quello e altri ruoli importanti, ma ora per me l’incarico più importante è servire Andria. Già otto mesi fa avevo escluso di ricandidarmi alla Regione, dopo 25 anni trascorsi da assessore e consigliere regionale. E avevo pure annunciato di voler correre per la carica di sindaco della mia città, a nome dell’intero centrodestra. Purtroppo è stato fatto un accordo con un partito che reclama autonomia per i territori (la Lega, ndr) e poi stringe intese sulla testa di quegli stessi territori». Responsabilità di FI? «Non farò alcuna dichiarazione contro Forza Italia che ha dovuto subire l’intesa». Marmo continuerà a restare nel gruppo azzurro della Regione, ma ovviamente non potrà avere con sé la lista forzista nella contesa andriese.
Sarà sostenuto invece da 4 civiche e dovrà contendersi il voto con il candidato ufficiale del centrodestra, Antonio Scamarcio, designato dalla Lega e vice presidente della locale Banca di credito cooperativo. Quest’ultimo aveva rivolto un appello a Marmo, qualche giorno fa, rivolgendosi a lui «come a un fratello». Cosa risponde? «Non rispondo: Scamarcio non ha titolo per rivolgere quell’appello, semplicemente perché è stato tirato in ballo all’ultimo momento, mentre all’inizio la Lega pensava ad un’altra persona». Il centrodestra arriva disunito alle votazioni di Andria. «Mentre io – conclude Marmo – dal 1993 non solo ho contribuito a designare tutti i nostri candidati a sindaco, ma ho pure allargato l’area del centrodestra». D’Attis non si arrende: «C’è ancora un po’ di tempo: fino all’ultimo farò di tutto perché si arrivi ad una scelta concorde».
L’accusa Il consigliere attacca: «Il Carroccio reclama autonomia, poi stringe intese sulla testa dei territori»