Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Regionali, il dilemma dei 5 Stelle
Il Movimento diviso dopo l’appello di Conte per un’alleanza con il centrosinistra
I5 Stelle non restano insensibili all’appello del premier Conte perché stringano un accordo con il Pd alle Regionali. Ma le reazioni sono discordi. C’è chi respinge ogni ipotesi di alleanza e chi dice che il patto si potrebbe fare a patto di cambiare il candidato del centrosinistra.
BARI Il deputato Giuseppe Brescia, presidente della commissione Affari costituzionali, appartiene all’ala dialogante del M5S, più possibilista su un’intesa con la sinistra.
L’esito delle Regionali può avere un contraccolpo sul governo?
«Non è successo nulla in Umbria e in Emilia, non succederà nulla il 21 settembre. Anzi il sì al taglio dei parlamentari accelererà le riforme in cantiere e aprirà una nuova stagione nel rapporto tra politica e cittadini. Dobbiamo pensare con un orizzonte ampio al 2023, non ogni volta alla prossima elezione».
Conte si è schierato per l’unità elettorale dei partiti di governo. Che pensa?
«Un accordo tra Pd e M5S in Puglia? Si sarebbe dovuti partire prima e con tutt’altra impostazione. Ho sempre sostenuto che con Emiliano di mezzo ogni dialogo fosse già compromesso».
Partita chiusa, allora?
«Con una vera rivoluzione nel Pd si potrebbero fare ben altri discorsi, come si sta provando a fare in Liguria. Forse per la Puglia è troppo tardi. Per chiuderla con una battuta: anziché chiedere al Movimento di appoggiare Emiliano, si dovrebbe chiedere al Pd di appoggiare Laricchia, magari chiedendo ad Emiliano di tornare a fare il magistrato».
Avverte il rischio di una vittoria della destra?
«Non sono d’accordo con il mito della destra invincibile. I cittadini giudicano senza farsi condizionare dai sondaggi e infatti la Lega ha perso dieci punti in pochi mesi».
Ma in Puglia?
«I pugliesi sanno bene che qui non governeranno né Salvini, né Meloni: in caso di vittoria toccherà a Fitto. Sappiamo già cosa ha fatto al governo di questa regione, lo sanno pure nella Lega visto che non lo volevano come candidato. Di Fitto, Salvini e Meloni ho un bel ricordo: quel fuorionda a marzo 2018 in cui Fitto diceva “i grillini al Sud fanno cappotto” e Salvini impaurito sperava in un Pd al 22%. Chi vuole far perdere Emiliano e far vincere la Puglia deve votare noi».
Il Movimento è spaccato: che succede?
«Siamo uniti ma le divisioni fanno più notizia. Pensi a cosa è successo sulla revisione dei decreti sicurezza. Martedì ho portato alla ministra Lamorgese una posizione univoca, di gruppo, su un tema delicato come l’immigrazione. Giovedì prossimo tornerò con la stessa forza. La verità è che dopo due anni di governo abbiamo già raggiunto molti dei nostri obiettivi, penso al reddito di cittadinanza e al taglio dei parlamentari. La voglia di cambiare il Paese rimane la stessa».
La convergenza
Anziché chiedere a noi di appoggiare il presidente uscente, si dovrebbe sollecitare il Pd ad appoggiare la nostra candidata Laricchia
Cambiare l’Italia
Non sono d’accordo con il mito della destra invincibile. Noi divisi? No, la nostra voglia di cambiare il Paese rimane la stessa