Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Regionali, il dilemma dei 5 Stelle

Il Movimento diviso dopo l’appello di Conte per un’alleanza con il centrosini­stra

- Di Michele Cozzi

I5 Stelle non restano insensibil­i all’appello del premier Conte perché stringano un accordo con il Pd alle Regionali. Ma le reazioni sono discordi. C’è chi respinge ogni ipotesi di alleanza e chi dice che il patto si potrebbe fare a patto di cambiare il candidato del centrosini­stra.

BARI Il deputato Giuseppe Brescia, presidente della commission­e Affari costituzio­nali, appartiene all’ala dialogante del M5S, più possibilis­ta su un’intesa con la sinistra.

L’esito delle Regionali può avere un contraccol­po sul governo?

«Non è successo nulla in Umbria e in Emilia, non succederà nulla il 21 settembre. Anzi il sì al taglio dei parlamenta­ri accelererà le riforme in cantiere e aprirà una nuova stagione nel rapporto tra politica e cittadini. Dobbiamo pensare con un orizzonte ampio al 2023, non ogni volta alla prossima elezione».

Conte si è schierato per l’unità elettorale dei partiti di governo. Che pensa?

«Un accordo tra Pd e M5S in Puglia? Si sarebbe dovuti partire prima e con tutt’altra impostazio­ne. Ho sempre sostenuto che con Emiliano di mezzo ogni dialogo fosse già compromess­o».

Partita chiusa, allora?

«Con una vera rivoluzion­e nel Pd si potrebbero fare ben altri discorsi, come si sta provando a fare in Liguria. Forse per la Puglia è troppo tardi. Per chiuderla con una battuta: anziché chiedere al Movimento di appoggiare Emiliano, si dovrebbe chiedere al Pd di appoggiare Laricchia, magari chiedendo ad Emiliano di tornare a fare il magistrato».

Avverte il rischio di una vittoria della destra?

«Non sono d’accordo con il mito della destra invincibil­e. I cittadini giudicano senza farsi condiziona­re dai sondaggi e infatti la Lega ha perso dieci punti in pochi mesi».

Ma in Puglia?

«I pugliesi sanno bene che qui non governeran­no né Salvini, né Meloni: in caso di vittoria toccherà a Fitto. Sappiamo già cosa ha fatto al governo di questa regione, lo sanno pure nella Lega visto che non lo volevano come candidato. Di Fitto, Salvini e Meloni ho un bel ricordo: quel fuorionda a marzo 2018 in cui Fitto diceva “i grillini al Sud fanno cappotto” e Salvini impaurito sperava in un Pd al 22%. Chi vuole far perdere Emiliano e far vincere la Puglia deve votare noi».

Il Movimento è spaccato: che succede?

«Siamo uniti ma le divisioni fanno più notizia. Pensi a cosa è successo sulla revisione dei decreti sicurezza. Martedì ho portato alla ministra Lamorgese una posizione univoca, di gruppo, su un tema delicato come l’immigrazio­ne. Giovedì prossimo tornerò con la stessa forza. La verità è che dopo due anni di governo abbiamo già raggiunto molti dei nostri obiettivi, penso al reddito di cittadinan­za e al taglio dei parlamenta­ri. La voglia di cambiare il Paese rimane la stessa».

La convergenz­a

Anziché chiedere a noi di appoggiare il presidente uscente, si dovrebbe sollecitar­e il Pd ad appoggiare la nostra candidata Laricchia

Cambiare l’Italia

Non sono d’accordo con il mito della destra invincibil­e. Noi divisi? No, la nostra voglia di cambiare il Paese rimane la stessa

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