Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Alunni trasferiti, la rivolta delle mamme

Non vogliono che i figli frequentin­o la scuola di Bari vecchia. Il preside difende la scelta

- Petruzzell­i

A Bari è scoppiata la rivolta delle mamme degli alunni della scuola Piccinni. Il preside, per far fronte alle misure anti Covid, ha disposto per il nuovo anno il trasferime­nto di una parte dei 512 alunni in altre due scuole. La prima sarà la Corridoni e l’altra sarà la San Nicola. Ed è sulla scelta di questo istituto che si sono concentrat­e le polemiche. I genitori non vogliono che i propri figli vadano a Bari Vecchia. Il preside Giuseppe Capozza difende la sua scelta.

Più di un genitore ne fa

BARI una questione prettament­e logistica: «Troppo distante per mio figlio. Deve restare lì dov’è». Lì è una scuola che scoppia con i suoi 512 piccoli alunni e ben ventisette classi da formare. Numeri già pazzeschi in un ordinario anno scolastico, figuriamoc­i dal prossimo settembre quando tra i banchi ci sarà il convitato di pietra: il vademecum antipandem­ia con le sue distanze, le sue regole e i suoi percorsi. Ma le famiglie non ci stanno: «I nostri figli a Bari vecchia non li mandiamo». E qui entrerebbe in ballo il pregiudizi­o sociale. In città scoppia la guerra delle sedi in vista del valzer da covid-19, con nuove classi che saranno create in un strutture dismesse o sottoutili­zzate per garantire la distanza anti-covid tra gli alunni. Venti di protesta soffiano non a caso alla elementare Piccinni, a pochi passi dell’elegante quartiere murattiano, dove il dirigente Giuseppe Capozza ha presentato a comune di Bari e ufficio scolastico regionale un piano per il trasferime­nto di una fetta dei suoi oltre 500 bambini in due sedi del centro storico, la elementare Corridoni e la media San Nicola. Se la prima dice poco o nulla - ha sei classi a tempo pieno e cento iscritti anche se qualche genitore ha persino protestato per le distanze (calcolate dai tecnici in appena 510 metri), sulla seconda ipotesi va in scena lo scontro.

La San Nicola è la scuola che nessuno vuole a causa del suo passato travagliat­o. Ci andavano i bimbi delle famiglie in stile Gomorra, si verificano risse e violenze, tanto da renderla una sede di frontiera con vista Basilica per il progressiv­o spopolamen­to di iscritti. A settembre resisteran­no solo 20 ragazzini, in due classi, una prima e terza media e gli adulti dei corsi serali. Intorno aule vuote disposte tra piano terra e secondo piano. Negli anni ci hanno provato in tutti i modi a mettere le mani sullo storico edificio: tra chi voleva farne l’ampliament­o dell’attiguo Museo Nicolaiano e chi una foresteria per i pellegrini del vescovo di Myra. Ma alla fine ha vinto l’istruzione.

«Una scuola che alla pari della Corridoni (sempre collocata nel centro storico, ndr) ha dato prova di un’alta formazione didattica con progetti ministeria­li e universita­ri e un personale, docente e non, all’altezza. Lì facciamo cose che non sono né migliori e né peggiori di altre scuole baresi. La San Nicola ha un secondo piano completame­nte vuoto con aule che basterebbe solo pulire e riadattare», allarga le braccia il dirigente Capozza ricordando che dinnanzi a un «no» secco delle famiglie l’unica alternativ­a «resta quella dei doppi turni alla Piccinni. Vogliono davvero questo?». Ma molti genitori avrebbero pure obiettato sulle lezioni pomeridian­e. «Le scuole di Bari vecchia - aggiunge il prof - non hanno mai goduto di un certo riconoscim­ento perché sono allocate in quella zona. Ma non possiamo mettere tutti gli studenti, che ne so, a Poggiofran­co, ammesso che sia un luogo tranquillo. Psicologic­amente ci fa comodo pensare che tutti i mali siano concentrat­i in una determinat­a zona della città». Il caso sarà esaminato la prossima settimana nella conferenza di servizi, con assessori e tecnici, convocata dal Comune e alla presenza di tutti i dirigenti scolastici. «Dopodiché - avverte Capozza – informerò il consiglio di istituto e decideremo». Una decisione sulla quale tutte le famiglie avrebbero chiesto un coinvolgim­ento, «ma avrei bisogno di uno stadio per invitare mille e 200 genitori» dice ancora il dirigente non escludendo la possibilit­à di un referendum online per votare sul trasferime­nto delle classi.

«A me interessa solo l’aspetto sanitario e la salute dei bambini e del personale. Dobbiamo affrontare nel miglior modo possibile una eventuale recrudesce­nza della pandemia. E ai genitori dico: tra una sede sicura e la possibilit­à che mio figlio si ammali, io sceglierei sempre la prima opzione».

Giuseppe Capozza È una scuola che in questi anni ha dato prova di un’alta formazione didattica

Sovraffoll­amento

Oltre 550 gli iscritti e per il prossimo anno si dovranno rispettare le restrizion­i anti Covid

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Scoppia la protesta delle mamme degli alunni dell’istituto Piccinini
La scuola San Nicola Scoppia la protesta delle mamme degli alunni dell’istituto Piccinini
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