Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Guida con cartina I luoghi di Bari visti da chi la ama
Una guida turistica di Alessandra Minervini descrive i luoghi visti da chi porta la città nel cuore
Bari ha una nuova guida turistica. Un po’ anarchica. E, quindi, schierata. Un libretto di quasi trecento pagine che, per orientare il turista, prende posizione, fa scelte, stila classifiche, nello stile di Nick Hornby, l’autore del fortunato romanzo High Fidelty. La firma è della scrittrice barese Alessandra Minervini, che ha curato il diciannovesimo titolo della collana «Incentro», nata nel 2014 e ora giunta alla pubblicazione di Bari una guida: un progetto della casa editrice friulana Odòs fondata da Marco Vertovec, che nel 2014 ha lanciato questa serie di «letteratura da viaggio» anche per l’occhio straniero, affidandosi per il coordinamento al talento e all’esperienza della scrittrice e giornalista Elena Commessatti, diventata direttrice editoriale delle guide.
Per definirle «un contributo al sogno e al particolare da vivere e ricordare», basta prendere in prestito le parole utilizzate nella graduatoria dei cinque motivi che rendono unica la collana. D’altro canto, un po’ tutta la guida, suddivisa in quattro sezioni («ritratto città», «visioni d’autore», «passeggiate lente», «il meglio di») è un florilegio di «top five»: innanzitutto dei luoghi del cuore, per i quali Alessandra Minervini si è affidata al ricordo di cinque colleghi, naturalmente nella sezione «visioni d’autore». Così si scopre, ad esempio, che Eva Clesis, pseudonimo dell’autrice di E intanto Vasco Rossi non sbaglia un disco (suo libro d’esordio), adora il bar Caffè Nero all’inizio di Strada Vallisa. O che Gabriella Genisi ha un debole per Palazzo Mincuzzi e, ça va sans dire, degli spaghetti all’assassina del Sorso preferito che hanno ispirato uno dei suoi racconti dedicati al Commissario Lolita Lobosco.
Inevitabile, invece, che a Federica Introna, filologa classica, stia a cuore l’Ateneo, ma poi leggi anche che oltre a via Sparano non rinuncia mai a percorrere strada san Giuseppe, «un vero corridoio del tempo che immette nella città vecchia chi viene dalla nuova». Tra gli «ospiti» c’è pure Marcello Introna, autore per Mondadori di Castigo di Dio, a fornire indicazioni sulla Bari della personale memoria, che si articola tra la Muraglia e Marnarid, lo storico negozio di dolciumi di piazza dell’Odegitria. Mentre Francesco Marocco, l’architetto barese di stanza a New York che ha prodotto Cronache della discordia» (anche lui per Mondadori), ricorda le scorpacciate dal panificio El Focacciaro e la pizzeria di Cosimo in largo Albicocca e il suo primo ingresso nello stadio San Nicola con le stesse parole di uno dei protagonisti di Underworld di Don DeLillo. Nella guida, corredata da numerose immagini, a partire dalla foto di copertina del Teatro Margherita, ci sono anche le top five dei musei, delle chiese, persino delle edicole votive. E, poi, della Bari sotterranea che, pur non avendo un ventre, ha molti luoghi nascosti sotto i pavimenti di monumenti, palazzi e altri edifici, come il succorpo della Cattedrale di San Sabino o le stratificazioni archeologiche di Palazzo Simi.
E siccome a Bari nessuno è straniero, come insegna San Nicola, c’è anche la classifica delle chiese per forestieri, quelle dove le tante comunità estere possono celebrare i riti religiosi secondo le proprie tradizioni, come San Giovanni Crisostomo, Santa Chiara e San Gregorio Armeno.
Regola numero tre delle guide, gli itinerari (rigorosamente a piedi) partono sempre da uno slargo. A Bari le otto passeggiate muovono dalle piazze Federico II di Svevia, Mercantile, del Ferrarese, Umberto e Chiurlia, quasi sempre per chiudere (regola numero quattro) con la visita ad un museo. E anche Bari sfugge raramente alla regola.