Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Il Lecce rimonta due volte il Sassuolo Poi crolla nel finale
Contro il Sassuolo rimonta due volte. Poi la condanna dai soliti buchi difensivi
LECCE Il Lecce affonda sulla barca delle sue paure e a causa dell’incapacità di gestire un match che a un certo punto pareva andare in un’altra direzione. Quella contro il Sassuolo sembrava una partita finalmente piacevole sotto il profilo dell’esito, ma si è conclusa ancora una volta con le mani (salentine) vuote. Il Lecce è stato infatti sconfitto dal Sassuolo con il punteggio di 4-2, al termine di una girandola di emozioni, di una gara in cui a tratti ha esibito vivacità e brillantezza. I punti in saccoccia sono stati però zero. I salentini sono anche stati intraprendenti ma troppo discontinui.
Non sono stati compassati come nelle prime prestazioni post covid, ma nei momenti decisivi incapaci di arginare le avanzate dei padroni di casa. Le battute iniziali del match sono state in assoluta continuità con quelle precedenti. La difesa statica composta da Lucioni e Paz (alla sesta presenza stagionale) si è fatta infilare da Caputo in modo troppo facile per essere vero. Poi, all’improvviso, la svolta (illusoria): calcio d’angolo battuto in coppia da Petriccione e Calderoni, gol da rapinatore d’area di rigore di Lucioni. Un’autentica rivincita, quella del difensore del Lecce, finito sul bando degli imputati contro il Milan e la Juventus. In un caso la sua gara era stata infelice, nell’altro la sua espulsione era risultata quasi decisiva. Invece ieri è tornato su discreto livelli. Quel gol, peraltro, ha dato fiducia a giocatori che avevano bisogno come il pane di un sentimento positivo.
Tachtsidis è cresciuto, così come Barak e Farias, nel 4-31-2 di Liverani che aveva in Shakhov il suo trequartista, si sono fatti decisamente sentire. Aggiungiamoci le cerniere laterali di difesa, capaci di anestetizzare le sortite di Berardi e Boga. Almeno fino a metà secondo tempo. Poi è cambiato tutto. Nella prima metà del secondo tempo, in realtà, il copione è restato lo stesso. Buon Lecce, capace di recuperare ancora una volta la rete di svantaggio. Calcio di rigore segnato da Berardi? Ha risposto presente Mancosu. In un caso troppo ingenuo era stato Paz a cinturare Locatelli in area di rigore, nel secondo molto bravo Babacar a prendere posizione e a farsi fare fallo da Marlon. Curiosa la vicenda di Mancosu: il capitano, partito in panchina, è stato lanciato nella mischia proprio per calciare il penalty. Il risultato? Lo stesso di sempre: lui glaciale, il portiere avversario senza scampo, il gol inevitabile. Poi il patatrac. Prima Boga ha chiuso divinamente un contropiede orchestrato da Muldur, poi lo stesso terzino turco ha chiuso un match che ha lasciato a bocca asciutta Liverani. Troppo spazio per entrambi, troppa libertà di fare ciò che volevano. È mancata la cattiveria, l’esperienza, la solidità, la volontà di portare a casa un punto che sarebbe stato prezioso. La classifica intanto langue. Il Lecce resta terzultimo, in piena zona retrocessione. Il rush finale ha un sapore assai diverso da quello che tutti pregustavano.
A segno Aprono Caputo e Lucioni Botta e risposta BerardiMancosu Chiudono Boga e Muldur