Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
L’emergenza a San Girolamo combattuta da suor Isabella
Durante l’emergenza, al quartiere San Girolamo di Bari, ogni giorno è stata assicurata la spesa gratis ai bisognosi
BARI La solidarietà è il suo faro da ormai cinquant’anni. Mezzo secolo di lavoro al servizio dei bisogni di chi ha difficoltà ad andare avanti, di chi quotidianamente lotta contro l’indigenza e non riesce ad assicurare alla propria famiglia un pasto, vestiario o gli strumenti per istruirsi e colmare il divario con chi se la passa meglio. Suor Isabella Lops crede fermamente nel valore della collaborazione, del lavoro in rete per rimediare alle mancanze, per rendere meno difficile la vita di chi fa fatica ad affrontare la quotidianità. Da sette anni Suor Isabella vive a Bari, nel quartiere San Girolamo. Con altre due sorelle fa parte della comunità di suore «Le figlie di Maria Ausiliatrice» e ha creato una rete di volontari grazie ai quali, ogni giorno, aiuta quelle persone che le chiedono una mano tesa.
Il suo primo pensiero del mattino è quello di riempire pacchi di generi di prima necessità che vengono donati alla struttura da imprenditori, liberi cittadini o da titolari di negozi che regalano beni prossimi alla scadenza o che rischiano di rimanere invenduti. «Sono arrivata a Bari sette anni fa. Mi sono guardata attorno e ho visto che nel nostro quartiere c’erano tante situazioni di povertà e, col banco delle opere di carità e con associazioni e liberi cittadini abbiamo creato una rete di solidarietà», afferma con grande naturalezza suor Isabella. Alla porta delle Figlie di Maria Ausiliatrice, all’inizio dell’esperienza, bussavano una trentina di famiglie. Man mano il numero delle persone che chiedevano aiuto sono cresciute, sino ad arrivare a 190. Durante il periodo del Covid, però, le richieste sono aumentate improvvisamente.
«Circa 250 interventi ogni giorno. Da noi si sono affacciate persone che hanno perso il lavoro, prevalentemente lavoratori in nero o dipendenti in cassa integrazione che, ancora oggi, non hanno ancora ricevuto l’indennità», racconta. Il simbolo di questa grande rete di solidarietà è la finestra dalla quale i volontari passano i pacchi a chi ne fa richiesta, nel rispetto delle norme anticontagio. «È la finestra della speranza e della fraternità», dice suor
Isabella che tra le sue attenzioni ha anche e, forse, soprattutto quella nei confronti dei più piccoli. «In questi ultimi anni ci siamo dedicati anche al doposcuola per bambini. In settanta si sono rivolti da noi, tra loro anche figli di genitori detenuti, ma dal 4 marzo abbiamo dovuto chiudere anche questa attività. Non ci siamo però fermati, anzi, grazie ai tablet donati dalle associazioni, abbiamo potuto continuare con le attività di videolezione e anche con attività ludiche», racconta suo Isabella.Tutta la giornata delle suore è dedicata al dono di un sorriso a chi ne ha più bisogno. Un atto che si trasforma in una pace interiore di cui suor Isabella è perfetta testimonianza. Quest’anno l’“Estate Ragazzi” non potrà partire ma, grazie alla rete creata con «A Vele Spiegate», ogni settimana si organizza una gita in barca per i bambini. «È una barca confiscata alla mafia che diventa uno strumento per i più piccoli per trascorrere in serenità un pomeriggio in mare» conclude sorridente suor Isabella. Ad accompagnare i piccoli marinai nel loro piccolo viaggio tutti i giovedì c’è ovviamente lei, suor Isabella.