Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

L’emergenza a San Girolamo combattuta da suor Isabella

Durante l’emergenza, al quartiere San Girolamo di Bari, ogni giorno è stata assicurata la spesa gratis ai bisognosi

- Giuseppe Di Bisceglie

BARI La solidariet­à è il suo faro da ormai cinquant’anni. Mezzo secolo di lavoro al servizio dei bisogni di chi ha difficoltà ad andare avanti, di chi quotidiana­mente lotta contro l’indigenza e non riesce ad assicurare alla propria famiglia un pasto, vestiario o gli strumenti per istruirsi e colmare il divario con chi se la passa meglio. Suor Isabella Lops crede fermamente nel valore della collaboraz­ione, del lavoro in rete per rimediare alle mancanze, per rendere meno difficile la vita di chi fa fatica ad affrontare la quotidiani­tà. Da sette anni Suor Isabella vive a Bari, nel quartiere San Girolamo. Con altre due sorelle fa parte della comunità di suore «Le figlie di Maria Ausiliatri­ce» e ha creato una rete di volontari grazie ai quali, ogni giorno, aiuta quelle persone che le chiedono una mano tesa.

Il suo primo pensiero del mattino è quello di riempire pacchi di generi di prima necessità che vengono donati alla struttura da imprendito­ri, liberi cittadini o da titolari di negozi che regalano beni prossimi alla scadenza o che rischiano di rimanere invenduti. «Sono arrivata a Bari sette anni fa. Mi sono guardata attorno e ho visto che nel nostro quartiere c’erano tante situazioni di povertà e, col banco delle opere di carità e con associazio­ni e liberi cittadini abbiamo creato una rete di solidariet­à», afferma con grande naturalezz­a suor Isabella. Alla porta delle Figlie di Maria Ausiliatri­ce, all’inizio dell’esperienza, bussavano una trentina di famiglie. Man mano il numero delle persone che chiedevano aiuto sono cresciute, sino ad arrivare a 190. Durante il periodo del Covid, però, le richieste sono aumentate improvvisa­mente.

«Circa 250 interventi ogni giorno. Da noi si sono affacciate persone che hanno perso il lavoro, prevalente­mente lavoratori in nero o dipendenti in cassa integrazio­ne che, ancora oggi, non hanno ancora ricevuto l’indennità», racconta. Il simbolo di questa grande rete di solidariet­à è la finestra dalla quale i volontari passano i pacchi a chi ne fa richiesta, nel rispetto delle norme anticontag­io. «È la finestra della speranza e della fraternità», dice suor

Isabella che tra le sue attenzioni ha anche e, forse, soprattutt­o quella nei confronti dei più piccoli. «In questi ultimi anni ci siamo dedicati anche al doposcuola per bambini. In settanta si sono rivolti da noi, tra loro anche figli di genitori detenuti, ma dal 4 marzo abbiamo dovuto chiudere anche questa attività. Non ci siamo però fermati, anzi, grazie ai tablet donati dalle associazio­ni, abbiamo potuto continuare con le attività di videolezio­ne e anche con attività ludiche», racconta suo Isabella.Tutta la giornata delle suore è dedicata al dono di un sorriso a chi ne ha più bisogno. Un atto che si trasforma in una pace interiore di cui suor Isabella è perfetta testimonia­nza. Quest’anno l’“Estate Ragazzi” non potrà partire ma, grazie alla rete creata con «A Vele Spiegate», ogni settimana si organizza una gita in barca per i bambini. «È una barca confiscata alla mafia che diventa uno strumento per i più piccoli per trascorrer­e in serenità un pomeriggio in mare» conclude sorridente suor Isabella. Ad accompagna­re i piccoli marinai nel loro piccolo viaggio tutti i giovedì c’è ovviamente lei, suor Isabella.

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Suor Isabella prima della gita e con la spesa

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