Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

L’uccisione di Hyso Il killer arrestato dopo più di 20 anni

Nel 1999 il giovane albanese fu crivellato di colpi in un casolare nel Foggiano

- Di Luca Pernice

Dopo 21 anni di latitanza è stato estradato in Italia Luan Vrapi, albanese 47enne accusato di essere l’autore dell’omicidio di Telharaj Hyso, un giovane bracciante di 22 anni ucciso nel 1999 in un casolare nel Foggiano per essersi ribellato ai caporali.

FOGGIA Dopo 21 anni ha un nome e un volto l’assassino di Hyso Telharaj, l’albanese ucciso nelle campagne del foggiano nel settembre del 1999 perché si era opposto al caporalato, divenendo negli ultimi anni il simbolo della ribellione allo sfruttamen­to del lavoro. Ieri in Albania è stato arrestato e subito estradato in Italia, Luan Vrapi, 47 anni, l’albanese accusato di aver ucciso, con altre persone, il connaziona­le e destinatar­io di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal tribunale di Foggia il 24 novembre 1999 per omicidio volontario e lesioni personali aggravate. Vrapi, è stato rintraccia­to grazie alla collaboraz­ione tra la polizia albanese e l’Ufficio dell’Esperto per la Sicurezza italiano operativo a Tirana.

Vrapi era ricercato dall’8 settembre del 1999 dal giorno in cui Hyso Telharai fu ucciso, con alcuni colpi di pistola, nelle campagna di Borgo Incoronata. L’albanese di 22 anni, qualche mese prima, con il cugino diciassett­enne Simon Tragai era partito da un piccolo paese vicino Valona per arrivare in Italia, in provincia di Foggia. Ultimo di sei figli aveva deciso di venire in Italia per guadagnare e ricomincia­re a studiare: studi che aveva abbandonat­o quando fu costretto a partire, a 13 anni, per la Grecia per lavorare come muratore e per mantenere la sua famiglia dopo che il padre era stato costretto a rimanere a letto per un grave incidente. In Italia Hyso e il cugino lavoravano nella raccolta dei pomodori tra Cerignola e Borgo Incoronata. dei soldi che guadagnava li consegnava al caporale, indicato dagli inquirenti proprio da Vrapi. Hyso decise di opporsi a questo sfruttamen­to. Delle 13mila lire a cassone che guadagnava, doveva consegnare 3 al caporale italiano e due a quello albanese. Nonostante qualcuno lo avvertì che quel suo atto di sfida poteva costargli caro, continuò a non voler consegnare il denaro al caporale. Cosi l’8 settembre del 1999 alcune persone a bordo di una Fiat Croma raggiunser­o il casolare dell’Opera Nazionale Combattent­i numero 290 di Borgo Incoronata dove vivevano Hyso e il cugino.

Nell’auto – secondo la ricostruzi­one degli inquirenti – c’erano un imprendito­re agricolo di Orta Nova, tre uomini albanesi e una donna polacca. I tre albanesi entrarono nel casolare, picchiaron­o brutalment­e i due connaziona­li e poi spararono alcuni colpi di pistola, uccidendo Hyso e gambizzand­o il cugiParte no. La morte dell’albanese passò nelle cronache come un semplice omicidio sino a quando molti anni dopo, nel 2012, una ragazza albanese, Ajada, da 11 anni in Italia durante un campo estivo di Libera, l’associazio­ne contro le mafie, venne a conoscenza della sua storia. Per i quattro anni successivi si mise alla ricerca della famiglia di Hyso: si fece dare una foto del ragazzo e riuscì a portare in Italia alcuni fratelli del giovane albanese che, nel corso di alcuni incontri pubblici raccontaro­no la sua storia, i suoi sacrifici e la sua tragica morte. Da allora Hyso è diventato il simbolo della lotta al caporalato: il 15 novembre dello scorso anno anche don Luigi Ciotti, in un incontro a Tirana ha parlato di Hyso come «esempio di dignità, coraggio e della ribellione ad ogni forma di criminalit­à organizzat­a».

Intanto ieri a Bari 300 migranti africani, provenient­i, con cinque bus, dai «ghetti» foggiani di Borgo Mezzanone e Torretta Antonacci, hanno protestato davanti alla Regione al grido di «libertà, dignità, diritti». A guidare la protesta il sindacalis­ta dell’Usb Aboubakar Soumahoro, che ha contestato la determina regionale sulla gestione del campo di Torretta Antonacci a San Severo, l’ex «Gran ghetto» dove, nei mesi scorsi, la Regione ha installato 106 moduli abitativi dopo l’incendio che aveva distrutto il precedente insediamen­to. I braccianti hanno chiesto al premier Giuseppe Conte e al ministro Teresa Bellanova di venire nelle campagne foggiane: «Venite qui a versare le lacrime».

In Regione protesta di 300 migranti: «Conte e Bellanova vengano da noi»

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 ??  ?? La vittima e il suo carnefice Sopra Hyso Telharaj, in alto Luan Vrapi estradato ieri in Italia
La vittima e il suo carnefice Sopra Hyso Telharaj, in alto Luan Vrapi estradato ieri in Italia

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