Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Dal sindaco Bottaro a vescovo e politici La città imbarazzata si chiude nel silenzio
TRANI È città attonita e imbarazzata Trani. Paese preoccupato, senza voce e che rinuncia ad esprimere qualsiasi commento in merito ad una vicenda che mette in crisi la fiducia nella giustizia. La sentenza del tribunale di Lecce che condanna gli ex pubblici ministeri del Tribunale di Trani Antonio Savasta e Luigi Scimè, gli avvocati Ruggiero Sfrecola e Giacomo Ragno e l’immobiliarista barlettano Luigi D’Agostino, non raccoglie alcun commento da parte di istituzioni e cittadini. Tutti in silenzio dinanzi ad una pronuncia che sancisce, almeno in primo grado, l’esistenza di un disegno di corruzione complesso e articolato.
Cercavamo reazioni, abbiamo trovato la reticenza a qualsiasi commento. Bocche cucite da Palazzo di Città; il sindaco Amedeo Bottaro, che di professione fa l’avvocato, ha preferito non esprimersi in merito. Così come anche i rappresentanti dell’associazione nazionale magistrati che, al momento, hanno scelto la strada del silenzio.
Nessuna parola anche dalla politica, dalla società civile, dal terzo settore, in un momento in cui il dibattito sulla vita del territorio è particolarmente vivace. La Diocesi si è limitata ad esprimere, con una brevissima dichiarazione, «fiducia nella giustizia, in questa e come per altre situazioni». L’ordine
degli avvocati di Trani, attraverso una nota firmata dal suo presidente Tullio Bertolino, ha voluto da subito invitare a non parlare di «sistema Trani», preferendo parlare di «comportamento illecito di ben individuati magistrati ed altrettanti avvocati».
«Non per questo si deve generalizzare e scagliare fango su chi quotidianamente è impegnato a garantire il rispetto della legge ed i diritti dei cittadini», ha ammonito il presidente degli avvocati tranesi. «Chi ha sbagliato è giusto che paghi, qualunque sia il ruolo che occupi nella società», ha ribadito Bertolino facendo riferimento al fatto che i giudici salentini abbiano condannato gli imputati al risarcimento economico in favore dell’ordine professionale, costituitosi come parte civile nel procedimento. E ha annunciato l’arrivo di «opportuni provvedimenti nei confronti di chi sarà accertato in modo definitivo aver violato norme deontologiche e leggi dello Stato gettando ombre su tutta la categoria».
Voce isolata Interviene solo Tullio Bertolino, presidente dell’Ordine forense: «Un caso isolato»