Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
SCUOLA E FUTURO NESSUNO NE PARLA
Per mero caso, il voto regionale quasi coincide con la riapertura delle scuole; e allora parliamo di queste ultime. Dopo mesi di lezioni a distanza e dopo la constatazione di tanti bisogni degli istituti scolastici, oggi anche inediti nei luoghi della formazione, non appare facile assicurare le conoscenze e, insieme, le esperienze amicali negli spazi comuni. La politica discute prevalentemente di economia, con aziende da rilanciare, con l’ex Ilva tarantina e le sue inflessibili polveri al veleno, e più di rado si spinge sulla xylella. Ma della scuola, oltre il visibile impaccio della giovane ministra, si discute poco, e meno ancora si avverte l’attenzione delle forze politiche pugliesi; forse perché la competenza diretta non è della Regione? O forse perché il tema è troppo arduo e urgente per ottenerne voti freschi in più?
A settembre i vecchi banchi dovranno essere sostituiti con quelli singoli, di nuova concezione e di imprevedibile solitudine, nel già difficile universo di una classe tutta da sperimentare. Gli ambienti, dopo anni di numeri da pollaio, serviranno per meno alunni, disposti a distanza; ma restano comunque quelli di più di decine e decine di anni addietro o, al meglio, dell’ultimo trentennio del ‘900. E non parliamo del personale ausiliario in generale, che quasi certamente dovrà strutturare ogni giorno turni doppi, se non tripli, assicurando sanificazione degli ambienti e riduzione dei rischi al minimo possibile.
E le attrezzature tecnologiche saranno a carico delle famiglie, oppure resteranno in mescolanza di mani e di usi, con i conseguenti guasti e oneri di manutenzione? Le ore ridotte a 45 minuti o l’incremento di didattica in esterno (chissà se viaggi, passeggiate museali, turismo conoscitivo) metteranno a dura prova il principio dell’unità logica della formazione, con la sua differenziazione di discipline e laboratori.
Di tutto questo, dalla politica nemmeno un fiato, salvo rari sguardi su un domani di poco più di due mesi. Nessuno si aspetta miracoli, certo; ma il processo educativo dei nostri ragazzi è uno dei compiti più delicati del governo centrale e di quello territoriale. Oltre l’organizzazione, occorre riempire di contenuti e di morale civile l’evento quotidiano della concentrazione di tanti giovani negli istituti. La scuola è un colossale fenomeno di presenza, di incontro, di urto e di solidarietà, è un nodo centrale del welfare da ricostruire; la politica deve assumere tutta la sua responsabilità di fronte alla domanda di lavoro qualificato e di conoscenza internazionale che il futuro ci consegna. Finora, se ne è parlato poco; e da domani, che cosa diranno i candidati già in lizza in Puglia?