Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
«Potrei decidere di candidarmi solo se sostenuto da un’area larga di centrodestra»
L’ex sindaco Buccico ci riprova a Matera
MATERA Il suo è il nome più pronunciato, a Matera, in vista delle Comunali di settembre. E così a rispondere alle voci che si rincorrono da settimane sulla sua candidatura a sindaco, in quota Lega, ci pensa il diretto interessato. Ex senatore, 79 anni, ex componente della Commissione antimafia, già consigliere del Csm, ex consigliere regionale, Emilio Nicola Buccico e già stato alla guida della città dal 2007 al 2009.
Avvocato, sarà il candidato sindaco per la Lega a Matera?
«Io non sono della Lega, né di altri partiti. Non nego di aver ricevuto l’invito a candidarmi ma non ho deciso niente: non posso essere espressione di una parte né mettermi in viaggio con compagni sconosciuti. Offerte mi sono arrivate anche da altre aree ma io sono disponibile solo a un progetto che provenga dalla società civile e ricomponga un’area vasta che si riconosca nel centrodestra».
In molti erano convinti che lei avesse sciolto la riserva.
«Non l’ho ancora fatto. Mio figlio è consigliere comunale e se dovessi accettare di candidarmi, dovrei chiedergli di non gareggiare per un posto in Consiglio comunale. A questo si aggiunge la mia carriera forense che va avanti con successo da 50 anni e che verrebbe segnata drasticamente se dovessi impegnarmi nei prossimi cinque anni».
Nel caso decidesse: che città potrebbe guidare?
«Matera esce da una situazione comatosa, ha bisogno di essere risvegliata, è una città in totale declino che ha perso la bussola e credibilità. La
❞ La Lega? Non nego di essere stato contattato ma non posso essere espressione di una parte
prossima amministrazione dovrà svolgere un ruolo importante; penso ad esempio all’insulto ferroviario che abbiamo subìto con la stazione Fal di piazza della Visitazione, una struttura che ha stravolto il concetto di collegamento di quell’area della città».
Lei fu il principale sostenitore dell’attuale sindaco, il civico de Ruggieri, lanciando pubblicamente il suo nome 5 anni fa. Cosa è cambiato?
«Un anno dopo mi resi conto di aver sbagliato e chiesi scusa pubblicamente alla città. Credevo di aver indicato la persona giusta, ma mi accorsi che invece aveva impantanato la città che oggi ha bisogno di una grande opera di ricomposizione sociale».
Alle precedenti Comunali, il fenomeno delle civiche fu fondamentale. Oggi è ancora così?
«Se risponde a interessi di cortile o personali, la lista civica non serve a niente e porta solo alla frammentazione, come è accaduto. Il punto è avere la capacità di superare il confine dell’appartenenza».
Cosa ne è stato dell’anno d’oro della città, il 2019, da capitale europea della cultura?
«È stata un’occasione semiperduta. Quando ero sindaco raccolsi quella ispirazione e la concretizzai sotto il profilo formale, mentre il Pd, che oggi governa la città, era contro questo progetto tranne qualche voce isolata. Le aspettative erano molte, c’è stata una grande effervescenza ma il Covid ci ha riportati alla realtà e oggi serve una fase construens».
Come ex consigliere Csm, cosa pensa del momento che sta vivendo la magistratura?
«È un momento delicatissimo. Spero che arrivi un sussulto di orgoglio e autonomia ma credo sia così, se penso alla nomina al vertice della Cassazione del barese Piero Curzio e di Margherita Cassano che ha origini lucane».