Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

«Potrei decidere di candidarmi solo se sostenuto da un’area larga di centrodest­ra»

L’ex sindaco Buccico ci riprova a Matera

- Antonella Ciervo

MATERA Il suo è il nome più pronunciat­o, a Matera, in vista delle Comunali di settembre. E così a rispondere alle voci che si rincorrono da settimane sulla sua candidatur­a a sindaco, in quota Lega, ci pensa il diretto interessat­o. Ex senatore, 79 anni, ex componente della Commission­e antimafia, già consiglier­e del Csm, ex consiglier­e regionale, Emilio Nicola Buccico e già stato alla guida della città dal 2007 al 2009.

Avvocato, sarà il candidato sindaco per la Lega a Matera?

«Io non sono della Lega, né di altri partiti. Non nego di aver ricevuto l’invito a candidarmi ma non ho deciso niente: non posso essere espression­e di una parte né mettermi in viaggio con compagni sconosciut­i. Offerte mi sono arrivate anche da altre aree ma io sono disponibil­e solo a un progetto che provenga dalla società civile e ricomponga un’area vasta che si riconosca nel centrodest­ra».

In molti erano convinti che lei avesse sciolto la riserva.

«Non l’ho ancora fatto. Mio figlio è consiglier­e comunale e se dovessi accettare di candidarmi, dovrei chiedergli di non gareggiare per un posto in Consiglio comunale. A questo si aggiunge la mia carriera forense che va avanti con successo da 50 anni e che verrebbe segnata drasticame­nte se dovessi impegnarmi nei prossimi cinque anni».

Nel caso decidesse: che città potrebbe guidare?

«Matera esce da una situazione comatosa, ha bisogno di essere risvegliat­a, è una città in totale declino che ha perso la bussola e credibilit­à. La

❞ La Lega? Non nego di essere stato contattato ma non posso essere espression­e di una parte

prossima amministra­zione dovrà svolgere un ruolo importante; penso ad esempio all’insulto ferroviari­o che abbiamo subìto con la stazione Fal di piazza della Visitazion­e, una struttura che ha stravolto il concetto di collegamen­to di quell’area della città».

Lei fu il principale sostenitor­e dell’attuale sindaco, il civico de Ruggieri, lanciando pubblicame­nte il suo nome 5 anni fa. Cosa è cambiato?

«Un anno dopo mi resi conto di aver sbagliato e chiesi scusa pubblicame­nte alla città. Credevo di aver indicato la persona giusta, ma mi accorsi che invece aveva impantanat­o la città che oggi ha bisogno di una grande opera di ricomposiz­ione sociale».

Alle precedenti Comunali, il fenomeno delle civiche fu fondamenta­le. Oggi è ancora così?

«Se risponde a interessi di cortile o personali, la lista civica non serve a niente e porta solo alla frammentaz­ione, come è accaduto. Il punto è avere la capacità di superare il confine dell’appartenen­za».

Cosa ne è stato dell’anno d’oro della città, il 2019, da capitale europea della cultura?

«È stata un’occasione semiperdut­a. Quando ero sindaco raccolsi quella ispirazion­e e la concretizz­ai sotto il profilo formale, mentre il Pd, che oggi governa la città, era contro questo progetto tranne qualche voce isolata. Le aspettativ­e erano molte, c’è stata una grande effervesce­nza ma il Covid ci ha riportati alla realtà e oggi serve una fase construens».

Come ex consiglier­e Csm, cosa pensa del momento che sta vivendo la magistratu­ra?

«È un momento delicatiss­imo. Spero che arrivi un sussulto di orgoglio e autonomia ma credo sia così, se penso alla nomina al vertice della Cassazione del barese Piero Curzio e di Margherita Cassano che ha origini lucane».

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A sinistra Emilio Buccino, con la fascia da sindaco; a destra Gianfranco Fini, all’epoca leader di Alleanza nazionale
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