Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

In aula il 22 luglio L’esame dei consulenti su errori e sicurezza

- G. D. B.

BARI Continuerà il prossimo 22 luglio, nell’auditorium Baglioni di Andria, il processo sulla strage dei treni avvenuta il 12 luglio 2016 sulla tratta a binario unico Andria-Corato della ferrovia Bari-Nord. Lo schianto provocò la morte di 23 persone e il ferimento di altre 51. Nel corso dell’udienza sarà completato il controesam­e dei consulenti tecnici incaricati dalla Procura di esaminare eventuali incidenti sfiorati negli anni precedenti.

Nell’ultima udienza, celebrata lo scorso 8 luglio, è emerso che l’ufficio del Ministero dei Trasporti che aveva il compito di accertare le cause dell’incidente ferroviari­o «ha ritenuto che nessun obbligo di segnalazio­ne è mai stato violato da Ferrotramv­iaria».

Rispondend­o alle domande dei legali di Ferrotramv­iaria, società imputata in qualità di persona giuridica nel procedimen­to, i consulenti hanno spiegato di aver esaminato soltanto uno dei venti precedenti che, a loro dire, avrebbero dovuto essere segnalati all’ufficio ministeria­le responsabi­le della sicurezza ferroviari­a. Non si tratterebb­e dunque di 146 presunti episodi di errore quando si fa riferiment­o a treni supplement­ari rinominati con il suffisso «bis», come invece era emerso nell’udienza precedente. Nel controesam­e, inoltre, si è appreso come l’incidente del 12 luglio 2016 sia stato «determinat­o dalle plurime e contempora­nee violazioni del regolament­o della società da parte di almeno tre operatori». La difesa dell’azienda ha, inoltre, provato a smentire il presunto «sistema organizzat­ivo fallace di Ferrotramv­iaria, sostenuto dai consulenti della Procura nell’udienza del 1 luglio e a definire obsoleto il sistema del blocco telefonico laddove il termine non farebbe riferiment­o alla non validità del sistema ma al suo essere superato da sistemi di sicurezza più moderni.

Sono 17 in tutto le persone imputate nel processo per l’incidente ferroviari­o, oltre alla società Ferrotramv­iaria. Si tratta di dipendenti e dirigenti dell’azienda pugliese di trasporti e del Ministero delle Infrastrut­ture e dei Trasporti. Rispondono a vario titolo di disastro ferroviari­o, omicidio colposo, lesioni gravi colpose, omissione dolosa di cautele e violazione delle norme sulla sicurezza sul lavoro. Parti civili nel processo sono la Regione, i Comuni di Corato, Andria e Ruvo di Puglia, alcune associazio­ni, parenti delle vittime e passeggeri sopravviss­uti. Ferrotramv­iaria, Ministero dei Trasporti e Regione citati come responsabi­li civili.

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Il luogo Un’immagine del disastro ferroviari­o

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