Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

E a Foggia piste ciclabili attese da venti anni

- Di Davide Grittani

Storia tormentata, quella di Foggia con le piste. Da 30 anni ne insegue una per l’aeroporto, e tra negligenze, mancanza di risorse, ritardi cronici e un’utenza forse più virtuale che reale quella pista – al momento – è ancora un desiderio. Da quasi 20 ne rivendica un’altra, quella ciclabile che dovrebbe unire un capo all’altro della città se non fosse che nessuno – al momento – li ha ancora individuat­i. Rapporto strano, quello di Foggia con le piste. Quasi incestuoso, come quei rapporti in cui ci si innamora di ciò che è proibito. Un’ossessione che spinge a insistere con la mobilità sostenibil­e in una città storicamen­te allergica a qualsiasi forma di organizzaz­ione.

Ci sarebbe da sorridere se non fosse che dietro le istantanee di queste due «eterni desideri», si nasconda il grande equivoco della città. Mostrarsi all’avanguardi­a a dispetto di una mentalità così arretrata da mettere paura, dotarsi di due – o anche più – moderne rampe di lancio ma senza sapere dove andare. Quella della pista ciclabile, in particolar­e, è una storia che restituisc­e piuttosto fedelmente i limiti della città e la sua selvaggia urbanizzaz­ione. Da due decenni più o meno tutte le amministra­zioni che si sono succedute tentano di attribuire a una striscia informe l’anima di un percorso: il risultato sono adesivi su adesivi, catrame su catrame, aborti su aborti la cui vita media quasi mai supera un paio d’anni. Un pezzo sottratto a una via secondaria, una discesa che finisce contro un marciapied­e, una corsia che a un certo punto si sovrappone a una strada a scorriment­o. Ciò nonostante si tratterebb­e comunque di un tentativo di emancipazi­one, che i cittadini però ripagano parcheggia­ndo lungo il cantiere, ostacoland­o i lavori, tollerando a stento ciò che gli sarà lasciato in eredità.

Ecco perché è una storia tormentata e incestuosa, quella di Foggia con le piste. Perché senza l’intenzione di farlo, ignora i

❞ Da tre decenni la città ne aspetta una per andare in aeroporto

problemi veri della città. Muovendo da intenzioni nobili, promette benessere a chi in fondo non sa che farsene.

Così in una delle città più popolose della Puglia e col maggior numero di residenti senza tetto sulla testa, prima o poi arriverann­o aerei e biciclette: l’anticipo di una civiltà il cui saldo – se tutto va bene – è previsto tra altri trent’anni. Basterebbe compiere un giro tra le periferie e le strade meno trafficate, per rendersi conto dell’aspetto desertico (senza offesa per i deserti… ) che racconta la storia di una città immobile e del fagiano che promise di insegnarle a volare (… e per il grande Sepulveda).

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