Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
L’era della responsabilità
La pandemia e le nuove forme della partecipazione politica nell’ultimo saggio di Giuseppe Cotturri
Il giurista e sociologo pugliese Giuseppe Cotturri (1943), già ordinario nell’Università di Bari, direttore del Centro di Riforma dello Stato (Crs) dal 1981 al
1993, della rivista Democrazia e Diritto e presidente nazionale di Cittadinanzattiva dal 1993 al 2006, sta perseguendo un’attività di ricerca e di impegno civile verso quello che definisce «costituzionalismo dei cittadini», «un costituzionalismo fondato sul riconoscimento della possibilità che tutti possano concorrere a determinare l’interesse generale, in forme anche diverse dai partiti», come scrive nel suo recente libro Responsabilità globale. Dal civismo alla cura
per il pianeta Terra (Castelvecchi, Roma 2020, pp. 96, euro 13.50).
Il volume raccoglie alcuni saggi che proseguono i temi del suo Romanzo popolare. Costituzione e cittadini nell’Italia repubblicana (Castelvecchi, 2019), uno studio di grande ricchezza storica e ideale, in particolare nel capitolo «La politica è di tutti», ma che sono stati scritti a ridosso e durante i mesi della quarantena: «Pandemia» e «Covid-19» sono le prime due parole che aprono il testo. Questa coincidenza tra percorso di ricerca e circostanze d’attualità ha portato Cotturri alla constatazione che, per far fronte alla catastrofe del virus, le società e gli stati del mondo hanno dovuto reagire con un processo di apprendimento collettivo e di responsabilizzazione globale che ha ridato un senso nuovo all’idea di umanità: «credo che le condizioni culturali di base per la formazione di un’altra umanisi stiano ponendo. Sarà possibile che un’altra politica prenda forma?»
Di questa nuova democrazia globale, o costituzione politica del mondo, Cotturri indica con chiarezza i punti all’ordine del giorno: priorità della questione ambientale e della protezione della salute, riconduzione dell’economia, dell’informazione e della politica ai bisogni dei cittadini e alla loro capacità di apprendimento comune, di manifestazione del pensiero e di intraprendere azioni di cittadinanza attiva, autonoma e responsabile.
Il Covid-19 ha dimostrato, con molti esempi in ogni paese, che è possibile avere fiducia negli esseri umani, per la dedizione manifestata da individui e gruppi di tante categorie, anche al di là degli stretti doveri professionali. «Responsabilità globale» ha il doppio significato di responsabilità per il mondo e da parversalistico te di tutti: «responsabilità non solo dei governanti, ma di ciascuno dei governati, e cioè di tutti. Un’espansione così grande dei compiti della politica non c’è mai stata nella storia».
Si sente, in queste pagine, la forza di una speranza che si apre nella paura, la possibilità di un futuro diverso dalle leggi della giungla imposte da una globalizzazione neoliberista non più sostenibile. Per capire davvero lo spirito unità di queste proposte bisogna entrare nella predisposizione culturale all’empatia e alla ragione di tutti, partendo dall’ascolto e dall’inclusione dei giovani, piuttosto che in quella dell’affermazione dei propri giudizi in nome di una presunta superiorità generazionale o professionale.
La misura di questa differenza, pur tra personalità della stessa fortunata generazione del «trentennio glorioso» 1945-1975, è testimoniata dalla generosità intellettuale di Cotturri, che ha parole di incoraggiamento per i giovani del movimento delle sardine e dedica il libro a «Greta e i suoi coetanei», «una ragazzina – spiega a pagina 23 – che col suo monito a salvare ora il pianeta ha mobilitato adolescenti e giovani in tutto il mondo e ha imposto ai governi di ogni paese di ascoltare», e l’atteggiamento di un direttore editoriale come Vittorio Feltri (anche lui del 1943) che invece titola la prima pagina del suo giornale con «Vieni avanti Gretina. La Rompiballe va dal Papa» (Libero del 18 aprile 2019): questa non è diversità politica tra sinistra e destra, ma quella molto più concreta tra un uomo di settantasette anni che ha conservato l’entusiasmo per il futuro e una curiosità appassionata per i giovani, con cui cerca di stabilire un dialogo continuando a mettere a disposizione la sua attenzione e il suo sapere, ed un suo coetaneo che invece delle nuove generazioni ha una tale paura e incomprensione da giudicarle solo con ironia e sarcasmo. Per dirla con una formula, è la scelta etica che dobbiamo fare in ogni età, tra civismo o cinismo.