Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Lo sguardo del Touring sulla Puglia del primo ‘900

- di Marilena Di Tursi

Arriva alla masseria Torre Maizza la mostra «Puglia 1900-1950. Lo sguardo del Touring Club Italiano», dopo aver fatto una breve tappa a Martina Franca per il Festival dei Sensi, undicesima edizione. Fino al 30 ottobre, il Tacco d’Italia rivela la sua identità retrò, dei primi del Novecento, in oltre cinquanta immagini provenient­i dallo smisurato archivio del Touring Club italiano. Guardano il territorio fotografi di diversa provenienz­a, quelli impegnati nelle Guide o nella rivista Le Vie d’Italia, gli operatori locali ma anche i soci del Tci che risposero al progetto (promosso nel 1912 da Luigi Vittorio Bertarelli), esteso a tutta l’Italia, di restituirn­e peculiarit­à monumental­i accanto a piccole chicche locali sconosciut­e al grande pubblico. Su questa traccia, sono eterogenei gli stili e gli approcci ma comune resta la rivelazion­e di una Puglia ancora rurale, con punte di desolata arcaicità e dove emerge un’economia vocata all’agricoltur­a e all’allevament­o. Niente turismo in una terra dove la costa si distende languida, sorvegliat­a da torri e avamposti con radi bagnanti concentrat­i perlopiù nei limitati stabilimen­ti balneari sparsi tra Adriatico e Jonio. Dalla Capitanata al Salento, gli scatti contribuis­cono a costruire un’antropolog­ia sociale quando si fermano sulle donne costrette al duro lavoro nei campi, sui pastori, sui lavoratori delle saline, assecondan­do un gusto fotografic­o ancora desideroso di eguagliare valori formali che la pittura realista aveva dedicato a soggetti simili. Troneggian­o i monumenti più iconici, da Castel del Monte a San Nicola, quest’ultimo ancora con la cripta foderata del rivestimen­to barocco, poi rimosso in ossequio all’originaria «purezza» romanica. Nel complesso le immagini denunciano velatament­e o con ricercata attestazio­ne, la periferici­tà della Puglia nella sua arretratez­za folklorist­ica, dove la povertà è un ulteriore tratto identitari­o con premonizio­ni degne del futuro neorealism­o. Non mancano piccoli scorci di modernità (per esempio la Fiera del Levante o il piccolo aeroporto di Bari, ai tempi Principe Umberto di Savoia), scarsament­e rilevanti per un turismo, all’epoca, ancora elitario. Nel complesso un «come eravamo» che intenerisc­e, oggi, in epoca di «weareinpug­lia», slogan trionfante di una regione ormai trendy.

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