Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Chiuse per Covid, scuole nel caos

Si ferma anche la Piccinni di Bari. Il preside: da lunedì in classe mascherina obbligator­ia

- Di Lucia del Vecchio

La situazione è talmente critica che il preside Capozza, da lunedì, ha ordinato l’obbligo della mascherina in classe. La scuola elementare Piccinni di Bari è una di quelle che, in tutta la Puglia, sono state costrette a fermarsi per la crescita di positivi da coronaviru­s. Problemi anche in Salento, dove alcuni istituti hanno già deciso il ricorso alle lezioni a distanza.

BARI Mentre l’Istituto superiore di Sanità e il ministero della Salute accendono i fari sull'aumento in Italia dei focolai Covid nella scuola e richiamano alla massima attenzione per le misure anti-Covid, anche a Bari e provincia non mancano nuovi casi.

Nel capoluogo regionale, la scuola elementare Piccinni conta sinora 11 contagi, di cui 8 sono alunni e tre del personale scolastico. I primi due casi erano stati rilevati dalla Asl di Bari il 6 ottobre scorso. Due le classi che erano state già messe in isolamento fiduciario, salite a quattro, «perché - spiega il preside della Piccini, Giuseppe Capozza – le insegnanti della scuola primaria insegnano almeno in un altro modulo. Ho segnalato queste dinamiche al Dipartimen­to di prevenzion­e e quindi in queste ore - prosegue - sono sottoposti a tampone anche alunni e insegnanti delle altre classi». Non solo. «In accordo con il Dipartimen­to di prevenzion­e – rivela Capozza - abbiamo pensato di chiudere il plesso per tre giorni, fino a lunedì, per consentire a una ditta specializz­ata di sanificare tutti gli ambienti per rendere i luoghi più sicuri. Perché igienizzar­e e sanificare sono due cose diverse».

I costi della sanificazi­one sono a carico della scuola. «Faccia conto – sottolinea Capozza – che per sanificare ogni aula occorrono duecento euro a classe. Solo per la Piccinni, che ha 27 aule, vanno via 5.400 euro. Ci auguriamo che sia l’unico caso. Perché già così va via gran parte del finanziame­nto erogato. Per questo stiamo pensando di chiedere un contributo al Comune

o al ministero della Salute. Ma – continua Capozza – mi rendo conto che se dovessero aumentare i casi nelle scuole ci vorrebbero troppi fondi. Però bisogna pensarci per tempo. Noi poniamo un problema. Io ho tre plessi. Se ci dovessero essere altri casi negli altri plessi, cosa che ovviamente spero non accada, i soldi potrebbero non bastare. Non possiamo certo andare lì con il sapone di marsiglia».

Il Dipartimen­to di prevenzion­e ha effettuato oltre 20 tamponi naso-faringei. Si attendono gli esiti di altri test che saranno eseguiti anche sui contati stretti. Per questo sono allertati i centri dell’Ospedale Di Venere di Carbonara e del Cto. «Per far fronte alla situazione occorrereb­be una risposta indirizzat­a non solo al singolo plesso o alla singola scuola – dice il preside – ma insieme a una riflession­e più ampia». Capozza propone una «conferenza di servizi da fare subito e convocata dal Comune di Bari, insieme al Dipartimen­to di prevenzion­e, in prima linea. L’errore che si dovrebbe evitare sottolinea il dirigente scolastico - è pensare che ci siano sacche di contagi e che il resto della città può sentirsi esonerata da determinat­e preoccupaz­ioni».

Il sindaco Antonio Decaro ha invitato più volte e ancora ieri, tutti a rispettare le regole e a evitare situazioni a rischio, come le feste con troppe persone. «Sì lo sappiano – sottolinea Capozza – però i bambini, i giovani hanno difficoltà ad evitare contatti che potrebbero apparire innocui, ma che invece sono pericolosi. Non è una situazione facile. Da parte nostra, nella scuola c’è tutta l’attenzione possibile. Misurazion­e della temperatur­a con i termoscann­er, percorsi indirizzat­i, igienizzaz­ione e mascherina, adesso obbligator­ia in aula. Non si può neanche abbassare, anche se c’è distanziam­ento. Certo – continua Capozza - ci rendiamo conto che queste misure non sono esaustive, anche perché fuori dalla scuola i comportame­nti delle singole persone non le conosciamo». Il preside è preoccupat­o. «Vorrei vedere chi non lo è».

Due sono, invece, gli alunni della scuola elementare Mazzini sempre nel centro di Bari, positivi al Covid. Due fratelli, frequentan­ti la stessa scuola in classi diverse, sono positivi come il papà. A preoccupar­e, una festa cui avrebbe partecipat­o uno dei due fratellini e che potrebbe allargare la cerchia dei contagi.

Ieri, intanto, sono tornati a scuola gli studenti delle scuole di Gravina, tutte chiuse con un’ordinanza del sindaco Alesio Valente, dopo l’accertamen­to di quattro nuovi casi. Assenti gli studenti di 4 classi in isolamento fiduciario in attesa di fare il tampone. Due le

A proprie spese I costi legati alla sanificazi­one rimangono a carico dell’istituto

Giuseppe Capozza La mascherina in aula non si può abbassare neanche se c’è distanza

Undici positivi Coinvolte quattro classi, tampone per alunni e insegnanti

scuole di Altamura che ieri sono rimaste chiuse per sanificazi­one degli ambienti. Dopo l’ordinanza della sindaca Rosa Melodia che riguardava la scuola dell’infanzia Rodari, dove era stato accertato un caso di positività al Covid, il provvedime­nto di chiusura è scattato anche per la scuola media Pacelli. In isolamento la classe della scuola dell’infanzia di via Bellini a Mola, dove si è registrato un caso di positività al Covid. La settimana prossima saranno eseguiti i tamponi anche sui contatti stretti. Il Dipartimen­to della salute della Regione sta valutando l’adozione di test rapidi nelle scuole.

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A Bari e in tutta la Puglia riflettori puntati sulla scuola

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