Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Rivolta a Brindisi contro il deposito di gas
Edison investe cento milioni a Costa Morena. Sindaco e ambientalisti: «Non si fa»
ABrindisi, seppur (per ora) in tono più sfumato, sembrano tornati i tempi delle proteste contro la costruzione del rigassificatore. Stavolta a far arrabbiare gli ambientalisti e nondimeno il sindaco Rossi è l’investimento di Edison a Costa Morena. Pronti cento milioni per la costruzione di un deposito di gas. Ma da più parti è giunta un’opposizione fortissima al progetto, a cominciare proprio dal Comune.
Rigassificatore, Tap, e ora un deposito di gas liquido liquefatto. Tutti progetti che in città hanno diviso l’opinione pubblica. Oggi, come in passato. La nuova occasione è fornita dal progetto di Edison che intende realizzare a Brindisi, con un investimento di 100 milioni, il terzo impianto italiano di gas naturale liquefatto (Gnl) dopo quelli di Ravenna e Oristano. Qual è il sito prescelto per ospitare un serbatoio di 20 mila metri cubi per alimentare con questo tipo di combustibile navi e mezzi pesanti su gomma? La banchina Costa Morena nell’area portuale. Questa localizzazione ha spaccato la città, con l’amministrazione comunale e le associazioni degli ambientalisti che chiedono una diversa ubicazione e l’Autorità di sistema portuale e Confindustria che sostengono l’iniziativa.
Edison, dopo aver scartato altre due zone, ha indicato Costa Morena come sede del deposito anche perché già infrastrutturata, libera da impianti e vicina alla ferrovia. L’impianto, con i suoi 20 mila metri cubi affrancherebbe l’Italia centromeridionale dagli attuali approvvigionamenti assicurati dalle autobotti in arrivo dalla Francia e dalla Spagna. Il Gnl abbatte le emissioni nocive perché azzera il particolato e gli ossidi di zolfo riducendo l’ossido di azoto e la CO2 del 25 per cento. L’impianto, definito strategico, richiede un’autorizzazione unica da parte dei ministeri interessati, e potrebbe suscitare nuovi investimenti nelle stazioni di servizio, praticamente assenti in Puglia. L’altro giorno, durante la presentazione ufficiale dell’iniziativa, Ugo Patroni Griffi, presidente dell’Autorità di sistema portuale dell’Adriatico meridionale, ha sostenuto questo investimento sottolineando che «deve essere reso compatibile con i traffici esistenti, non può soffocare l’economia esistente, ma essere una economia addizionale». Dal canto suo il sindaco Riccardo Rossi ha chiesto di pensare a una diversa sede dell’impianto. «Abbiamo fatto presente – ha spiegato - che la banchina di Costa Morena est è di 500 metri e l’impianto ne occuperebbe 300. C’è inoltre una interferenza con il raccordo ferroviario e c’è la zona franca doganale. Per questo abbiamo chiesto di deloccalizzarlo». L’onorevole forzista Mauro D’Attis ha fatto rilevare che «se è vero che c’è interesse del Governo su questo insediamento di gas, deve essere anche necessario che il territorio abbia la sua contropartita». Forum Ambiente Salute e Sviluppo, Italia Nostra, Legambiente,
Medici per l’ambiente, No al carbone, Salute Pubblica e Wwf sono contrari perché il deposito «priverebbe il porto di una banchina operativa che sarebbe inibita del tutto ad altro uso, senza considerare il fatto che l’impianto si collocherebbe vicino ad un polo chimico con rischio di incidente rilevante».