Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Parte la nuova stagione del Piccolo «Sarà un vero atto di resistenza»
Festa per il mezzo secolo di attività. Tre rassegne in cartellone fra ricerca e tradizione popolare
Cinquant’anni e non sentirli. Anzi, 54, precisa Nietta Tempesta, l’anima del Piccolo Teatro «Eugenio D’Attoma» di Bari. Mezzo secolo di attività per un pezzo di storia culturale della città, nel cuore del quartiere Carrassi, a pochi metri da un altro presidio culturale come il Cinema Splendor. «Un luogo da sostenere», per l’assessore comunale alla Cultura Ines Pierucci, che ha definito «un atto di resistenza», la nuova stagione del Piccolo al via questa sera dopo la lunga pausa.
Assi, mura, poltrone, non solo di questo è fatto un teatro. Ma di memoria storica, delle generazioni di baresi che lo hanno vissuto da spettatori e di quei, tanti, artisti che si sono fatti le ossa sul suo palcoscenico. «Qualità, ricerca e tradizione popolare - chiarisce Stefano D’Attoma, figlio di Nietta, che gestisce insieme alla madre il teatro intitolato al padre Eugenio, regista scomparso nel 1996 - sono da sempre le parole d’ordine della nostra proposta teatrale, presentiamo oggi un programma definito ma non definitivo, perché potrebbe cambiare in base anche a quello che accadrà nei prossimi mesi».
«Speriamo bene», è l’augurio di Nietta Tempesta, in scena con due spettacoli, un classico come La Sciammerghe (con il contributo del Teatro Pubblico Pugliese nell’ambito del progetto Custodiamo la cultura in Puglia) a novembre e, durante le festività natalizie, il nuovo allestimento Giustizie iè fatte su un fatto di cronaca, entrambi scritti da Eugenio D’Attoma.
Il Piccolo riprende, questa sera alle 20.30, il filo interrotto a marzo con il debutto barese de La Pescatrice di perle di Valeria Simone, uno spaccato introspettivo e autobiografico sulla figura di Hanna
Arendt, in scena Marianna De Pinto. È il primo atto della rassegna Intorno alla luce che proseguirà a novembre con
Sonata a Kreutzer della compagnia Malalingua e con La vita al tempo dell’apocalisse, diario di un attore in quarantena di e con Otto Mercante.
Altre due rassegne completano il programma, Altroteatro e Linguamadre, dedicata a rappresentazioni sceniche e musicali che traggono origine dal dialetto barese. Il 17 e 18 ottobre, La gabbia der pipino, di e con Antonio Minnelli, accompagna il pubblico, possibilmente adulto, in un excursus storico licenzioso attraverso i versi ironici e amorosi, erotici o villani di Catullo, Baudelaire, dell’Aretino e del Belli. Il laboratorio Dal foglio al palco ha dato vita allo spettacolo Sono persone sullo sbarco dei 20mila albanesi a bordo della Vlora nel 1991 che sarà dedicato alla famiglia dell’ex sindaco dell’epoca Enrico Dal fino. Il racconto della storia torna in Come un corvo bianco sulla tragedia di Cher no byl di Fabrizio Fasano.
C’è spazio per rilettura di classici della letteratura, da La locandiera #2.0 a C’è Checov, fino a La mite da Dostoevskij di Andrea Cramarossa. Non mancheranno le commedie con Varietà di Luca Mastrolitti e Mary Triggiano,
Tre sull’altalena di Luigi Lunari e Come Bud Spencer e Terence Hill di e con Luigi Biancoli e Maurizio Sarubbi. Mimmo Mongelli porterà in scena
Celestine da Octave Mirbeau mentre Antonella Maddalena sarà protagonista del recital
Cuore tra musica, poesia, prosa e scienze.