Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Da Falstaff a Otello Alessandro Preziosi al Petruzzelli
Per la stagione della Camerata, Preziosi lo racconta dal punto di vista di Cassio
Ha raccontato di essersi sentito veramente un attore nel 1998, quando gli fecero interpretare Laerte, nell’Amleto. Adesso Alessandro Preziosi si è messo dalla parte di Cassio per raccontare Otello, altro dramma scespiriano. Sembra che il Bardo in questi giorni abbia deciso di occupare in pianta stabile il teatro Petruzzelli di Bari, dove sono in corso (anche stasera, e sino a metà settimana) le recite del Falstaff, l’opera di Verdi per la quale il librettista Arrigo Boito si ispirò alla commedia Le allegre comari di Windsor e altre fonti del drammaturgo inglese riconducibili al panciuto seduttore. Domani, invece, a spezzare la serie di rappresentazioni liriche nel politeama barese, il sipario si alza sull’Otello ripensato da Alessandro Preziosi in un reading musicale nel quale è affiancato dalla pianista Rebecca Woolcock, che accompagna l’attore suonando passi dall’Otello di Verdi e da quello meno conosciuto di Rossini, che in Puglia si è potuto ascoltare molti anni fa al Festival di Martina Franca, dove il raro è di casa.
Otello: dalla parte di Cassio con Preziosi è uno dei recuperi (causa Covid) della passata stagione della Camerata musicale barese (info 080.521. 1908). E rappresenta un’altra sfida con Shakespeare per l’attore napoletano, diventato popolare con la serie televisiva Elisa di Rivombrosa, ma in teatro molto spesso idealmente di passaggio dalle parti di Stratfordupon-Avon con vari Amleti, ma anche con Romeo e Giulietta e quel Re Lear che proprio Verdi sognava di mettere in musica e non riuscì mai a tradurre in opera lirica come fece, invece, Antonio Cagnoni, verdiano di razza. Tra l’altro, sempre alle vicende del principe di Danimarca si lega quella che Preziosi considera la sua «prima performance seria». Lo dice riferendosi ad una lettura della
Livella fatta tanti anni fa durante le prove di un Amleto con Kim Rossi Stuart, anche se ricorda il suo debutto da attore ancora acerbo in Trappola per topi al teatro Cilea di Napoli «in uno spettacolo di beneficienza per i Lions».
Figlio di avvocati, con studi classici e una laurea in giurisprudenza con il massimo dei voti, Preziosi se ne andò a Milano per «tentare di scrivere su qualche quotidiano». Poi vide un annuncio dell’Accademia dei Filodrammatici. E fece domanda. Il giornalismo poteva aspettare. Venne preso. E la sua vita cambiò improvvisamente direzione.
Ma altri percorsi bisogna seguire anche per osservare da una diversa angolatura la drammatica vicenda di Otello, come fa Preziosi mettendosi nei panni di Cassio. Il perfido
Iago, considerato suo rivale, perché Otello lo ha voluto come luogotenente, convince il moro che sia proprio lui, Cassio, l’uomo con cui Desdemona lo ha tradito. E Otello, «soldato ingenuo e primitivo che conosce solo l’amore incondizionato o il furore scatenato», cade nella trappola di Iago, «l’anima nera e diabolica di chi si arroga il potere di plasmare la volontà altrui per piegarla al suo disegno». Ma se questa è la storia che tutti conoscono, «invece - dice Preziosi - proviamo a immaginare di essere stati catturati nel mezzo di un triangolo amoroso di cui non siamo consapevoli. E che qualcuno vuole mentire sulle nostre intenzioni e sul nostro comportamento a nostra insaputa. Quindi, immaginiamo anche di perdere il lavoro e di avere il nostro nome offuscato a causa di qualcosa che non abbiamo mai fatto né pensato. E di essere traditi dall’amore per la menzogna e da chi vuole la rovina di spiriti nobili».
Alla fine, Michele Cassio si ritroverà comandante di Cipro, al posto di Otello. Ma sarà solo con i suoi fantasmi e il suo dolore, per non aver saputo difendere né proteggere Desdemona, del cui assassinio si è fatto complice in questa tragica vicenda dal finale già scritto.