Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

OGNUNO FACCIA LA SUA PARTE

- di Michele Cozzi

Dove eravamo rimasti? Il Covid, l’ospite indesidera­to, allunga la sua lunga ombra malefica. Nulla di nuovo, eppure sembra che il Paese sia stato colto di sorpresa per la seconda volta. Ma non è così. Anche se alcune esternazio­ni rischiano di suscitare un supplement­o di ansia. Così, il presidente campano, De Luca, “mister lanciafiam­me”, minaccia un nuovo lockdown; più contenuti in Puglia i toni del prof Lopalco che invita a non avere contatti, a uscire solo per il lavoro, a evitare feste e festicciol­e di ogni tipo. In pratica un lockdown individual­e.

La ricreazion­e è finita. Certo poi, nella fase elettorale i toni erano meno allarmisti­ci, dalle discoteche alle spiagge, ma questo potrebbe essere solo un dettaglio. Strano destino quello di De Luca e di Emiliano. Hanno stravinto le regionali anche (non solo) sull’onda della paura del Covid che, come spiegano gli esperti degli orientamen­ti elettorali, determina una sintonia automatica tra cittadini e il comandante in capo, ma ora rischiano di dovere fare i conti con l’alleato inaspettat­o. E dover dimostrare la funzionali­tà delle rispettive macchine sanitarie regionali.

Da un report (dati 6 ottobre) dell’Alta scuola di economia e management dei sistemi sanitari dell’Università cattolica del Sacro Cuore emerge che esistono due Italie anche per i tamponi effettuati, e che tra le regioni (la media nazionale è di 10,13 ogni mille abitanti), la Puglia è ultima con l’indice di 5,32. Sta un po’ meglio la Campania con il 7,17. C’è da preoccupar­si, quindi, poiché il virus sembra essersi innamorato, in questa fase del Mezzogiorn­o. Che si ritrova a guardarsi allo specchio: tante eccellenze ma anche storici ritardi e inefficien­ze. Siamo ai titoli di coda di un film già visto? Così pare. A piccole dosi, con decisioni annunciate per testare gli umori del Paese, diventa inevitabil­e pensare che stiamo nuovamente sull’orlo del burrone. E che con il Covid “democratic­o e reazionari­o” allo stesso tempo (perché colpisce senza distinzion­i di classe e neutralizz­a il bene primario, la libertà) il Paese sarà costretto a trascorrer­e Natale, Pasqua e la prossima primavera. Ma forse si poteva fare qualcosa in più: organizzar­e meglio il ritorno a scuola, predisporr­e una rete di trasporti locali più sicura, preparare le strutture sanitarie ad un assalto tutt’altro che inatteso.

Quindi, opportuni i richiami al senso di responsabi­lità (evitando la continua minaccia di multe salatissim­e, il volto cattivo dello Stato) senza colpevoliz­zare chi staziona nei pressi di un pub. Tutti, cittadini ed istituzion­i, sono chiamati ad assumersi le proprie responsabi­lità. E a fare i conti con i propri errori e con le angosce individual­i e collettive, di una esistenza sospesa, di “una vita senza vita”.

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