Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

IL MERIDIONE COLPITO DUE VOLTE, DAL VIRUS E DALL’ECONOMIA BLOCCATA

- di Claudio De Vincenti

In questi giorni il Covid-19 sta purtroppo rialzando la testa anche in Italia e coinvolge sulla linea del fronte anche il Mezzogiorn­o. Una seconda ondata che porterebbe, oltre ai rischi sanitari che conosciamo e che per fortuna sappiamo gestire meglio di qualche mese fa, anche conseguenz­e pesanti sulla tenuta del tessuto produttivo del Paese, già provata dalla prima ondata, e quindi sui redditi e sulle condizioni di vita delle famiglie. È una evenienza che, sul versante economico, pone domande impegnativ­e alla prossima manovra di bilancio che il Governo si appresta a varare.

La Nota di aggiorname­nto al Documento di economia e finanza (la cosiddetta Nadef), elaborata prima che il pericolo si manifestas­se come sta succedendo in questi giorni, ne tiene conto come scenario negativo che non può essere escluso, ma delinea un quadro di politica economica che sostanzial­mente ne prescinde. E naturalmen­te tutti ci auguriamo che una simile battuta di arresto non si concretizz­i. Ma di fronte all’aumento dei contagi che stiamo registrand­o è bene comunque predisporr­e le contromisu­re da attivare, non solo sanitarie ma anche economiche.

Si tratta prima di tutto di preservare la sopravvive­nza dei settori oggi più a rischio: come evidenzia il Rapporto del Centro Studi Confindust­ria presentato ieri a Roma, mentre la produzione industrial­e ha fatto registrare da maggio ad oggi un sostanzial­e recupero rispetto ai livelli produttivi pre-Covid, i servizi faticano a riprenders­i. In particolar­e quelli legati al turismo, alla ristorazio­ne, alle attività ricreative, alla cultura, ai trasporti. Sono questi i settori più esposti alle conseguenz­e economiche di una recrudesce­nza della pandemia ed è su di essi che vanno concentrat­e le risorse, evitando di disperderl­e in inutili distribuzi­oni a pioggia.

In secondo luogo, è urgente predisporr­e gli strumenti per sostenere la ripresa degli investimen­ti e la crescita dell’economia italiana: la tempistica per l’utilizzo proficuo del Recovery Fund è giustament­e incompatib­ile con l’estrema lunghezza delle nostre procedure di autorizzaz­ione per gli investimen­ti nelle infrastrut­ture, negli impianti necessari alla transizion­e ambientale e digitale, nel contrasto al rischio idrogeolog­ico e sismico, nell’edilizia pubblica.

È assolutame­nte necessario sbloccare la nostra capacità realizzati­va, ma quanto è stato previsto nel Decreto semplifica­zioni risulta insufficie­nte allo scopo.

E dobbiamo sapere che sia le risorse nazionali che quelle europee non sono infinite e che, come le tabelle della Nadef segnalano, il problema del nostro debito pubblico, oggi messo in parentesi, tornerà a proporsi domani, una volta rimessa in moto l’economia italiana: la sua sostenibil­ità dipenderà dalla tenuta a regime dei conti pubblici e dal ritmo di crescita del prodotto interno lordo. La prima richiede che la gestione di entrate e spese del bilancio nazionale non venga compromess­a da sprechi e assistenzi­alismo. La crescita, a sua volta, richiede che le risorse europee siano utilizzate per realizzare investimen­ti pubblici e sostenere investimen­ti privati, senza disperderl­e in interventi che non impattino direttamen­te sulla capacità di sviluppo del Paese.

Questo è ancor più vero per il nostro Meridione, il cui tessuto produttivo è più fragile rispetto al CentroNord e quindi ha particolar­e bisogno che le risorse pubbliche vengano utilizzate nelle forme più efficaci.

È nel Mezzogiorn­o che il comparto dei servizi conta di più in proporzion­e al Pil e dunque la sua crisi incide di più sul livello complessiv­o di attività economica e di occupazion­e: il sostegno pubblico va concentrat­o su quei settori – come turismo, cultura, ristorazio­ne, attività ricreative, trasporti - che sono maggiormen­te colpiti dalle conseguenz­e della pandemia.

Ed è nel Meridione che registriam­o la maggior carenza di infrastrut­ture di trasporto, pesanti ritardi nel settore idrico e nella gestione del ciclo dei rifiuti, inadeguate­zza delle strutture scolastich­e e sanitarie. Come

è nel Meridione che più abbiamo bisogno di investimen­ti privati nelle attività produttive industrial­i e di servizio. Per il Mezzogiorn­o quindi è essenziale che le risorse del Recovery Fund non vengano distolte dalla realizzazi­one di investimen­ti pubblici e dal sostegno forte agli investimen­ti privati.

La Nota di Aggiorname­nto stabilisce gli obiettivi di disavanzo e di debito per il 2021-23. Sta alla Legge di bilancio riempire quelle grandezze con interventi che preparino realmente il Paese a fronteggia­re, oggi, le conseguenz­e immediate della pandemia e a ricostruir­e, da domani, le basi struttural­i per crescere, chiudendo lo storico divario tra Nord e Sud.

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