Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
L’impegno di Conte per Taranto
Prima pietra per il nuovo ospedale. In città l’acquario più grande del Mediterraneo
La prima pietra del nuovo ospedale da 715 posti. Ma non solo. Il premier Giuseppe Conte è giunto ieri a Taranto insieme a sette ministri anche per illustrare il cambio di passo e soprattutto di visione per la città. «Utilizzeremo il modello Genova», dice Conte. Che aggiunge: «Taranto tornerà a essere un faro nel Mediterraneo». Il contratto istituzionale di sviluppo può contare su un miliardo. Previsto l’acquario più grande del Mediterraneo.
«Non possiamo consentire che una perla del Paese come Taranto sia degradata al punto da non essere più un faro nel Mediterraneo». Ieri il premier Giuseppe Conte, accompagnato da uno stuolo di sette ministri, ha pronunciato queste parole aprendo nello stesso tempo la cornucopia dei progetti già finanziati che indirizzano il capoluogo ionico verso un futuro diverso e più appagante.
Nuovo ospedale da 715 posti da realizzare - spiega Conte «con il modello Genova», corso di laurea in Medicina autonomo, il recupero della banchina torpediniere della Marina da adibire non più a scopi militari ma turistici e contemporaneo ampliamento della base navale di Chiapparo, l’acquario green più grande d’Europa e pronto per i Giochi del Mediterraneo del 2026, insediamento di Ferretti Group per costruire yacht, sei bandi di gara per riqualificare la città vecchia (piazza Castello e piazza Fontana, Mura Aragonesi e Palazzo D’Ayala-Valva colonne Doriche, largo San Martino e tempio greco sottostante il complesso di San Domenico, ipogei di proprietà comunale), soldi per sostenere le famiglie non abbienti dei Comuni dell’area di crisi, il laboratorio merceologico, la zona franca doganale.
Ai tarantini viene voglia di dire che, finalmente, dopo decenni nei quali la città ha dato tanto al resto dell’Italia in termini economici, pagati però a spese della propria salute e di grandi sofferenze, il governo s’è accorto di questo disallineamento e ha deciso di fornire nuovi mezzi e soluzioni per recuperare il divario. Conte ha sottolineato che «se nessuno fa il fenomeno e tutte le istituzioni collaborano fra loro i risultati arrivano». E ieri s’è visto, consapevolezza di aver imboccato la strada giusta e soddisfazione si leggevano sul volto del sottosegretario Mario Turco, del sindaco Rinaldo Melucci, del presidente della Regione
Michele Emiliano, del rettore Stefano Bronzini, dei ministri. Sullo sfondo rimane sempre la questione ex Ilva, ieri non nell’agenda tarantina del governo, ma di cui s’è parlato inevitabilmente a fine giornata con i sindacati. «Ritornerò e dedicherò una giornata apposita all’ex Ilva – ha rassicurato Conte – e informerò sullo stato del negoziato. Noi stiamo lavorando perché abbiamo coinvolto Invitalia per perseguire quegli obiettivi che ci siamo riproposti. Chiudere un polo siderurgico in Italia - ha aggiunto - è un problema di sistema, ma noi vogliamo accelerare la transizione energetica verde». Ai sindacati il governo ha garantito che: è confermata la produzione prevista del piano industriale; la piena occupazione; la progressiva transizione verso un piano green; l’intervento dello stato. Il sindaco Rinaldo Melucci ha rilanciato la richiesta di un «accordo di programma di lungo termine, con una forte riconversione tecnologica, senza che qualcuno ci opponga il tabù della chiusura dell’area a caldo, con l’introduzione di una seria valutazione del danno sanitario». Il presidente Michele Emiliano ha sottolineato che il futuro di «questa comunità avviene sulla base di un lavoro comune tra governo, Regione Puglia e Comune. Quindi noi giudichiamo con molto ottimismo quello che sta accadendo senza dimenticare che ci sono ancora troppi dolori senza risposta. È chiaro che non può giocare da sola, ha bisogno del sostegno di tutti. Taranto in questo momento, insieme a tutta la provincia, è la figlia prediletta, perché ha un bisogno particolare».
Un ruolo propulsivo per definire il pacchetto di interventi presentato ieri l’ha avuto il sottosegretario, tarantino, Mario Turco. Da quando il tavolo del contratto istituzionale di sviluppo (Cis, con dotazione di un miliardo) s’è incardinato nel marso scorso a Palazzo Chigi tutte le procedure hanno subito una notevole accelerazione e le 86 sedute svolte finora hanno condotto a questi risultati. «Il rafforzamento dell’offerta universitaria – ha detto ieri unitamente all’istituzione del Centro di ricerca merceologico e alla realizzazione dell’ospedale San Cataldo, costituiscono i segnali tangibili del cambiamento in atto e concorrono a costituire una delle principali direttrici strategiche del Cantiere Taranto».