Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Città vista e ascoltata, come farne la trama di un film
Lo sguardo usato come telecamera e le orecchie come microfoni. Utilizzando i due sensi, Daria Deflorian e Antonio Tagliarini hanno dato spazio a 200 persone che partecipano fino al 15 ottobre a dieci appuntamenti del progetto «Cinèma Imaginaire» grazie al quale occhi e orecchie vengono utilizzati come fulcro di una trama da film (foto)
Il progetto fa parte del Festival di Arti Performative «So far so close – Esercizi di vicinanza» prodotto dalla Fondazione Matera Basilicata 2019 con la collaborazione artistica di Silvia Bottiroli e Cristina Ventrucci, in partenariato con Apt Basilicata e Azienda sanitaria di Matera con il patrocinio dei Comuni di Matera, Montescaglioso, Venosa, San Mauro Forte, Cirigliano, Latronico, San Severino Lucano.
Le performance itineranti dei cittadini, ognuna della durata massima di 10 minuti, si svolgono nell’area del centro storico compresa fra piazza S. Francesco e piazza Vittorio Veneto e si concludono con un ritrovo serale nel corso del quale gli apprendisti registi descrivono, davanti a uno schermo buio e illuminati da un unico faro, il risultato della loro osservazione della realtà che comporrà cinque scene da film. Gli stimoli audiovisivi possono venire da numerosi particolari come il ritmo della città, i suoni e qualsiasi altro elemento che contribuisca a creare una trama cinematografica.
Matera è diventata protagonista del progetto intorno al ruolo degli spazi pubblici. «Abbiamo deciso di fare Cinéma Imaginaire spiega Antonio Tagliarini impegnato in questi giorni sul set materano - adattandolo alla nostra quotidianità, un po’ più morbida, in cui la relazione scalda pian piano il percorso. In due ore e mezza i partecipanti diventano una piccola comunità che ha fatto una esperienza speciale sul guardare il mondo e sul riuscire a immaginarlo.