Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
«Prima e qualificata» Palmisano in marcia verso le Olimpiadi
Parla l’atleta di Mottola dopo il trionfo in Repubblica Ceca
BARI Tokyo è più vicina. Antonella Palmisano, marciatrice di Mottola, ha conquistato la qualificazione olimpica. Sabato nella 20 chilometri di Podebrady, in Repubblica Ceca, si è imposta con il tempo di 1h28’40”. Una prova di autorità, una gara sempre al comando. Il futuro sorride.
Antonella Palmisano, come si pone la vittoria nel suo percorso verso l’Olimpiade?
«Mi infonde serenità, anche perché l’ultima gara dello scorso anno mi aveva fatto perdere un po’ di certezze. Temevo che in questo senso potesse essere difficile, ora ho ritrovato sicurezza».
Ha davvero temuto di non poter conquistare la qualificazione?
«Non ho mai dubitato di andare all’Olimpiade per un mancato raggiungimento del tempo minimo. Non sono mai stata in ansia, il pass era più che altro necessario per continuare la preparazione senza intoppi».
Al di là di questo, cosa la soddisfa maggiormente della vittoria?
«Ho ottenuto un tempo migliore di quanto pensassi. Ero andata per marciare in 1’ora e 30, e non mi interessava
la posizione di classifica. Non siamo infatti nella fase di picco, e davvero volevo fare le cose con serenità e gestire tutto nel miglior modo possibile. Invece è andata davvero bene».
Troppo presto per sognare una medaglia olimpica?
«Il sogno di ogni atleta è chiaramente la medaglia all’Olimpiade. Realisticamente molto si vedrà nei momenti della gara. Può essere un giorno top ma può anche capitare una giornata no. E se si verifica quest’ultima situazione, non puoi farci nulla. In una 20 chilometri nulla è matematico».
La vittoria di Podebrady è importante anche perché arriva in un periodo duro a livello globale.
«Sembrava impensabile disputare nel 2020 una gara internazionale. E anche per questo ho partecipato solo per la contentezza di esserci. Ritrovare le stesse sensazioni di sempre, sebbene con l’obbligo di utilizzo della mascherina e di distanziamento sociale, mi ha fatto davvero piacere».
Quali sono ora i suoi programmi?
«Domenica c’è la Festa dell’Endurance a Modena, con la 10 chilometri su strada. A dicembre c’è invece il campionato italiano 20 km a Ostia. Lo organizzano le Fiamme Gialle (sua società, ndr) e sarà un motivo in più per metterci il massimo».
Quanto sono stati complicati questi mesi?
«All’inizio è stato difficile per via dell’incertezza sullo spostamento dell’Olimpiade. In quei momenti sono cadute un po’ di certezze ma è parso chiaro, con il passare del tempo, che le priorità fossero altre. La marcia non è la vita. Con l’aiuto del mio allenatore, ho trovato peraltro nuovi stimoli, eseguendo esercizi diversi, particolari. Almeno sotto quest’aspetto è stato bello».
Con gli infortuni e la delusione del mondiale di Doha ormai alle spalle, c’è fiducia nel futuro.
«Per me questo è stato un anno strano. Era partito male, ora il lavoro sta dando i suoi frutti ed è tornato l’ottimismo».
Chi sono le sue principali avversarie per la medaglia olimpica?
«Oltre alle cinesi, dico l’ecuadoregna Morejon. A Podebrady non era in gran forma ma ci può stare, visto il periodo. Anche la brasiliana De Sena è da temere. Diciamo che c’è un gruppo di cinque o sei marciatrici che dirà la sua. E non dimentichiamo la Giorgi, che non disputerà la 50 km».
Avrà anche la responsabilità di rappresentare la
Puglia.
«Non la vedo come una responsabilità, ma solo come un grande motivo di orgoglio».
È stato un anno strano Era partito male, ora il lavoro sta dando i frutti