Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

CAMBIA IL QUADRO NON LA CORNICE

- Di Sergio Talamo

Quanti compliment­i, quante premurose cure per la «perla degradata», per la città che ha tanto sofferto ingiustame­nte. Se Taranto non fosse una signora che ne ha viste tante, potrebbe arrossire e persino commuovers­i. Il presidente Conte e ben sette ministri hanno compiuto per lei un atto di grande valore simbolico: sottolinea­re di fronte a tutto il Paese, e anche all’Europa, che sullo Ionio è stato compiuto un misfatto che è urgente riparare. In qualsiasi posto del mondo, se da un’industria deriva un danno alle persone, si fermano le macchine per metterle in sicurezza e si pensa a come tutelare i lavoratori. A Taranto, invece, si è giocata una guerra impari fra i dati sul pil e sull’occupazion­e rispetto a quelli sui rischi sanitari. I primi sono stati dalla politica ritenuti oggettivi e preminenti, mentre le polveri inquinanti e i connessi danni finivano sotto il tappeto della rimozione. Fino al punto da esentare i proprietar­i dello stabilimen­to da ogni responsabi­lità penale.

La linea sottile su cui si muove Giuseppe Conte è ancora la stessa. Il nuovo ospedale San Cataldo e la facoltà di Medicina raffiguran­o bene il paradosso: si disegna un futuro in cui la città non esce dall’incubo ma si attrezza sempliceme­nte per gestirlo un po’ meglio. Accanto a questi progetti, spiccano le nuove destinazio­ni turistiche della banchina torpedinie­re della Marina, l’ampliament­o di una base navale proiettato verso i Giochi del Mediterran­eo, i progetti per la città vecchia e altre misure fra cui il sostegno delle famiglie non abbienti. Uno sforzo importante e inedito, che però cambia il quadro lasciando intatta la cornice. Lo spiegament­o di forze governativ­e, quindi, sembra essere più un sigillo alla continuità che l’annuncio di una svolta. La partecipaz­ione pubblica alla nuova gestione dello stabilimen­to siderurgic­o non è l’ingresso nell’Italia green tanto favoleggia­ta, ma la statalizza­zione di un enorme problema irrisolto.

Non a caso, il premier ha dovuto chiarire: «Ritornerò e dedicherò una giornata apposita all’ex Ilva». E poi le solite assicurazi­oni ai sindacati: «Chiudere un polo siderurgic­o è un problema di sistema, ma noi vogliamo accelerare, a iniziare dalla transizion­e energetica e preservare l’occupazion­e». Sembra di risentire il tristement­e noto «dobbiamo coniugare lavoro e salute». Insomma, un miliardo in tasca e l’ennesimo rinvio dell’unica questione non più rinviabile. Una nuvola grigia che si aggiunge alla tante del cielo di Taranto, e incrina una grande giornata che poteva essere storica.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy