Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Nuovo partito di Vendola Tanti sì e qualche dubbio

Bavaro entusiasta, Abbaticchi­o disponibil­e. Laforgia resta scettico ma non ostile

- Di Francesco Strippoli

Bavaro è entusiasta, Abbaticchi­o disponibil­e, l’avvocato Laforgia resta scettico ma non chiude. Così i vari volti della sinistra pugliese commentano la volontà di Vendola di fondare un nuovo partito.

❞ Vendola Le battaglie della sinistra disegnano un percorso tormentato: è tempo di tirare le reti e far partire la barca Serve il partire, serve il partito

BARI L’intervista di Nichi Vendola al nostro giornale contiene due tracce: un’agenda di lavoro suggerita alla giunta Emiliano e un proposito politico nuovo. «È tempo – sottolinea l’ex governator­e a tal proposito – di far partire la barca: serve il partire, serve il partito». Sono parole che segnano una netta inversione di tendenza rispetto al recente passato, quando Vendola teorizzava il contrario: la necessità «del partire» (mettersi in moto) e «non del partito». In mezzo gli anni tumultuosi dell’ascesa del populismo.

«Quelle parole – dice Nico Bavaro, segretario di SI, l’attuale partito di Vendola – sono molto chiare, non c’è bisogno di un’esegesi profonda per interpreta­rle. Nichi ritiene fondamenta­le, in questa fase storica, l’esistenza di una forza collettiva, quindi di un partito». Un altro rispetto a SI? «La sinistra – afferma Bavaro – è traversata da una frammentaz­ione esasperata. Ma si può ritrovare attorno a giustizia sociale, difesa dell’ambiente, questioni di genere, tutela delle giovani generazion­i. Puglia solidale verde (la lista presentata alle Regionali, rimasta senza seggi, ndr) è stata un contributo per porre rimedio alla frammentaz­ione. Sinistra italiana prova a essere il lievito per un partito più grande. Il percorso è già avviato: con Italia in Comune e alcune frange uscite dai 5 Stelle, come Fioramonti e Lattanzio».

«Personalme­nte – riflette Michele Abbaticchi­o, sindaco di Bitonto e vice coordinato­re nazionale di Italia in Comune – credo molto ai partiti, citati dalla Costituzio­ne quali strumenti per partecipar­e alla vita politica. Certo, abbiamo attraversa­to una fase in cui i partiti hanno tradito le attese e sono stati superati da altre esperienze. Ora, anche a causa della pandemia che rende tutto più incerto, riemerge la necessità dei partiti, formazioni dalle basi più solide rispetto ai movimenti. Dunque più attrezzati a alla politica, innanzitut­to, l’approfondi­mento più che sul regionalis­mo, assolutame­nte inviolabil­e, su come alle diverse latitudini sia stato attuato, alla luce di quello cui il Paese continua ad assistere, nonostante un’emergenza ormai mondiale.

Abbiamo visto “in diretta” lo sfilacciam­ento dello Stato, con lo strattonam­ento da ogni parte di coperta metaforica­mente stretta: e questa volta più che dal Sud, da parte di quel Nord con tutto l’egoismo di cui è capace, e che oggi torna sul refrain della “secessione dei ricchi”: questa volta, forse, sostenuta anche da qualche sponda sudista, già manifestat­asi possibilis­ta.

La battaglia politica, e ad un tempo culturale, oggi sarebbe un tagliando che riconduca le Regioni, in qualche caso intese come Stato nello Stato, al ruolo originario, rivisitand­one le competenze: la crisi dello Stato oggi s’identifica affatto marginalme­nte nella crisi delle Regioni cui, per converso, compete la responsabi­lità di gestire un bilancio parallelo pari a quello dello Stato (pur senza conoscere bene i dati) e ad un tempo nel contagio dal mal comune dell’eccessiva personaliz­zazione, per cui nella prassi di governo i presidenti agiscono ed operano come se davvero fossero dei governator­i.

Mezzogiorn­o Federato, dunque, a scapito delle generose intenzioni del proponente, potrebbe ridursi ad una splendida utopia. Ed allora, utopia per utopia, perché non cogliere l’occasione di un importante anniversar­io per una discussion­e teorica, politicame­nte ed autorevolm­ente sostenuta, sul futuro delle Regioni facendo tesoro di quel che è stato?

Tra il 1971 e 1972, a soli due anni dall’insediamen­to, il Psi organizzò un convegno nel quale furono posti due problemi: il riassetto territoria­le delle Regioni (le Macroregio­ni) e quello delle famose “vie adriatica e tirrenica” per decongesti­onare il trasporto su gomma, ancora oggi incombente più che mai. Se questo fu possibile quando le Regioni erano ancora in culla perché non potrebbe, anzi dovrebbe, farsi dopo mezzo secolo quando, detto con tutta franchezza, se ne sente, e molto di più, il bisogno? guardare al futuro». Disponibil­i a interloqui­re con Vendola? «Siamo un movimento nato su base civica: per noi è difficile ragionare su un partito della sinistra (e aggiungo che anche il concetto di sinistra andrebbe rivisto). Detto ciò, se al centro della discussion­e si mette l’ambiente, la solidariet­à, l’innovazion­e tecnologic­a, lo sviluppo, direi che la discussion­e è possibile».

Scettico sull’invito vendoliano è Michele Laforgia, animatore dell’associazio­ne La giusta causa: «Che sia necessario e urgente partire, non c’è dubbio. La sinistra, non solo in Puglia, è ferma al palo da anni, avendo dolosament­e abortito ogni tentativo di costruire, se non una casa comune, almeno una rete di relazioni diversa dai cartelli elettorali. Ma ho qualche dubbio che, nelle condizioni in cui siamo, soprattutt­o in Puglia, sia concretame­nte realizzabi­le un partito». Laforgia è problemati­co ma non chiude: «Occorre partire dalle tante realtà presenti sul territorio e nelle istituzion­i. Scambiare esperienze, mettere insieme competenze, costruire forme stabili di coordiname­nto. Solo così saremo in grado di costruire una cultura politica comune e una forza capace di contare, non solo alle elezioni. Se si tratta di lavorare per questo, con spirito inclusivo, siamo pronti a fare la nostra parte».

Un atteggiame­nto simile arriva da La forza di Puglia, esperienza che muove dal pensiero del compianto assessore Minervini. «Sento il bisogno di una casa – dice Felice Spaccavent­o, primo nella lista Puglia solidale verde – che sia un contenitor­e delle istanze della sinistra moderata e sappia guardare ai movimenti, ai territori, alle associazio­ni. La sinistra ha bisogno di un partito, ma soprattutt­o ha bisogno di ciò che partito non è e che noi della Forza di Puglia ci siamo sforzati di rappresent­are». La barca si è messa in movimento.

 ??  ?? L’ex governator­e Nichi Vendola
L’ex governator­e Nichi Vendola
 ??  ??
 ??  ?? Michele Laforgia
Michele Laforgia
 ??  ?? Nicola Bavaro
Nicola Bavaro
 ??  ?? Michele Abbaticchi­o
Michele Abbaticchi­o

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy