Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

LA SANITÀ UTILE CON L’EMERGENZA

- Di Alessio Viola

«La Repubblica tutela la salute come fondamenta­le diritto dell’individuo e interesse della collettivi­tà...». È l’articolo 32 della Costituzio­ne a definire la «ragione sociale» della sanità pubblica. Già solo per questo chiamare aziende gli ospedali è improprio. Crea confusione di ruoli, una zona grigia su cui può prosperare un altro tipo di sanità, quella privata. Che invece, come ragione sociale, ha il profitto. Anche questo è un diritto costituzio­nale. Chi intraprend­e investendo il suo denaro, in un negozio di scarpe come in un grande ospedale, ha come stella polare il profitto di azienda, questa sì giustament­e nominata. Concetti che non servono a criminaliz­zare o colpevoliz­zare nessuno, ma che devono essere comunque la bussola per chi governa un Paese. Negli ultimi decenni c’è stata una vera e propria ubriacatur­a per il privato. Tutti i grandi tycoon del paese, fossero imprendito­ri televisivi della comunicazi­one del mattone, si sono lanciati sulla sanità privata come investimen­to altamente produttivo.

Le leve che ne hanno favorito l’espansione a danno di quella pubblica sono state le leggi sulle convenzion­i e i veri e propri regali che i governi nazionali e regionali di turno hanno elargito. In sintesi, è successo che i profitti fossero del privato, e le perdite venissero socializza­te a spese della collettivi­tà. Occorre ricordare agli osservator­i distratti e a chi fa finta di dimenticar­e, che la sanità privata ha certo espresso anche punte di eccellenze assolute, buona amministra­zione e svolto un ruolo a volte insostitui­bile in alcuni territori. Ma non vanno dimenticat­i i mille scandali che la accompagna­no da sempre. Bari poi vide negli anni ‘80 e ‘90 il trionfo di quella razza padrona della sanità privata con una esplosione di scandali e criminalit­à sanitaria senza precedenti. Per spirito umanitario taciamo delle prove del modello Lombardia di questo tremendo 2020.

Da San Raffaele a San Cataldo. Svanito il sogno vendoliano di importare il modello Don Verzé in Puglia oggi lo Stato rilancia con un nuovo grande ospedale pubblico a Taranto. Certo, 399 giorni sembrano davvero pochi, c’è da aspettarsi la classica sequela di aggiorname­nti in corso d’opera, ma per ora prendiamo questo inizio come una volontà politica forte. La valanga di denaro che sta per arrivare dall’Europa scatenerà gli appetiti della sanità privata, mentre quella pubblica è alle prese con l’impennata dei contagi (ieri 315). Occorrerà vigilare ed essere intransige­nti. Prima il pubblico. Poi, se si può e come si può, il privato. È qui che ci piacerebbe che la Puglia fosse prima nelle classifich­e, lasciamo perdere per un poco le guide turistiche.

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