Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Le linee guida per lo sviluppo
Èquasi sempre una questione di metodo. Continuiamo a sentire una mera elencazione dei campi di intervento.
Ma anche nella tempistica e nella verifica degli obiettivi attesi. È una questione che riguarda la politica ma anche le parti sociali e tutte gli altri protagonisti attivi della società civile. La spiegazione sta nel metodo che ci vede partire sempre dal sentimento e mai dal rispondere alla domanda: «Qual è la prospettiva che auspichiamo per il Paese e per la nostra Puglia tra dieci/venti anni?». Nel rispondere cominceremmo, ognuno dal suo territorio, ad interrogarci rispetto a quali siano i settori di sviluppo, quale sia il contesto competitivo di riferimento, come posizioneremmo, per esempio, la nostra regione rispetto al mezzogiorno, all’Italia, all’Europa e nel Mediterraneo. Cominceremmo a pensare meglio a come concretizzare e, finalmente, perseguire politiche imprenditoriali e industriali utilizzando la straordinaria opportunità che ci offrono, per esempio, le Zes. Cominceremmo a chiederci quali sono i meccanismi incagliati o di criticità che ne impediscono il decollo. Cominceremmo a definire meglio gli interventi sull’Infrastrutturazione materiale e immateriale. Articoleremmo
politiche del lavoro incentivando l’occupazione attraverso la riduzione del cuneo fiscale e previdenziale sì ma anche riconducendole a nuovi percorsi educativi e formativi, soprattutto nella fase della transizione dalla scuola al lavoro, potenziando il sistema degli Its, delle università; sviluppando ecosistemi innovativi che consentano la realizzazione efficace dei processi di open innovation in grado di trasferire la ricerca anche nel grembo del tessuto delle micro e piccole imprese; promuovendo sviluppo e anche trasformazione delle competenze, anche in contesti di crisi.
Scopriremmo l’importanza delle politiche di welfare finalizzate a mettere i giovani nelle condizioni di formarsi in un ambiente di vita conciliante e non resistente a causa delle condizioni socio-economiche; altresì, comprenderemmo come un asset di servizi sociali, tra i quali quelli in favore dell’infanzia e degli anziani, rendano attrattive le comunità, sostengano la genitorialità e le pari opportunità, contrastino il declino demografico.
Il programma di governo del riconfermato presidente Michele Emiliano approccia in termini trasversali alle questioni elencandone azioni precise. Adesso però bisognerà mettere in campo competenza e responsabilità per attuarlo. È un tema che chiama in causa la governance locale e, allo stesso tempo per tutti noi è monito per una seria assunzione di responsabilità collettiva.