Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Lo scatto di dignità contro la malavita

Foggia, urla e striscioni ai funerali del tabaccaio. Il vescovo Pelvi: i killer si consegnino

- Di Luca Pernice

Una città intera si è stretta attorno al tabaccaio Francesco Traiano nel giorno dei suoi funerali. Una folla di foggiani ha applaudito il feretro e urlato la proprio rabbia contro i criminali che hanno ucciso il ragazzo durante una rapina. Magliette e mazzi di garofani in suo ricordo allo Zaccheria (foto Cautillo).

FOGGIA La città questa volta ha risposto. Una chiesa, la Beata Maria Vergine, gremita, pur nel rispetto dei limiti imposti dall’emergenza coronaviru­s. Tante, tantissime persone sul sagrato e fuori, in mezzo alla strada. Foggia non si è nascosta, come in passato, ma ha gridato tutta la sua voglia di giustizia e di legalità. Lo ha fatto per Francesco Traiano, il 38enne titolare del bar tabaccheri­a «Gocce di caffè», morto il 9 ottobre dopo essere stato ferito gravemente durante una rapina nel suo locale nel pomeriggio del 17 settembre scorso. Ucciso per appena 70 euro.

Ieri mattina ai funerali del giovane, celebrati dal vescovo di Foggia monsignor Vincenzo Pelvi nella stessa chiesa dove il 21 febbraio del 2003 fu uccisa, dall’ex marito, la sorella Giovanna c’erano i parenti, gli amici di Francesco. Ma c’erano anche numerosi commercian­ti. Gli stessi che per tutta la durata del funerale hanno abbassato la saracinesc­a dei negozio in segno di lutto. «Francesco – racconta il titolare di una ferramenta – era uno di noi. Un bravo ragazzo che si sacrificav­a per il suo lavoro. Non si può morire facendo il proprio lavoro, e in quel modo. Ora ci attendiamo una veloce giustizia». Di corruzione ma, anche, di riscossa ha parlato monsignor Pelvi nella sua omelia. «La triste e tremenda circostanz­a di questa mattina – ha detto - deve diventare un appello di coraggio, di reagire al malessere sociale che respiriamo in questa città. Foggia reagisci per il tuo futuro. Nelle pieghe della corruzione si nasconde il disprezzo. Ci stiamo abituando alla parola corruzione. Occorre promuove rigenerazi­one di gentilezza giustizia e verità». E poi un appello agli assassini: «Liberatevi dalla spirale di morte che avete generato: costituite­vi e chi sa parli, altrimenti resta colpevole di questo omicidio». Un omicidio che lasciato

Foggia nel più profondo sgomento che, almeno per un giorno, si è svegliata e ha partecipat­o in massa ai funerali, abbraccian­do – in maniera simbolica – i familiari di Francesco. All’uscita della chiesa il feretro, avvolto con fiori bianchi e sciarpe del Foggia calcio, è stato accolto da un lungo applauso e dal volo di palloni bianchi e di alcreti cuni che componevan­o la scritta del suo nome: Francesco. E anche in quella occasione più di uno ha gridato di volere «sicurezza e legalità». «Basta proclami – ha detto Alfonso Ferrara, responsabi­le di Confeserce­nti -. I commercian­ti da tempo chiedono sicurezza. Però tante iniziative, tanti proclami non si traducono in fatti cone così ci troviamo a ricordare la morte di un nostro collega. Le persone che hanno ucciso Francesco ci tolgono la libertà di fare impresa. La libertà di fare il nostro mestiere».

Ma ieri a chiedere giustizia e legalità non erano solo i commercian­ti ma gran parte della città. Quei cittadini che hanno esposto ai balconi striscioni dedicati alla vittima – «Ciao Francesco» e «Vola Francesco». Quei cittadini che quando il feretro si è fermato in via Guido Dorso, davanti al bar teatro della violenza hanno, spontaneam­ente, rotto il silenzio con un lungo applauso, gridando nuovamente «giustizia e legalità». Stessa legalità di cui ha parlato anche il sindaco Franco Landella: «Il Comune si costituirà parte civile nell’eventuale processo ai responsabi­li dell’omicidio e saremo al fianco della famiglia Traiano».

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 ??  ?? La cerimonia La bara di Francesco Traiano accolto dalla città
La cerimonia La bara di Francesco Traiano accolto dalla città
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Francesco Traiano
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Monsignor Vincenzo Pelvi

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