Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

L’ORA DI RIPENSARE TUTTA LA SANITÀ

- Di Silvio Suppa

Allo stato attuale della crisi-Covid, dobbiamo riconoscer­e che, pur se la Puglia non sia, per ora, fra le più colpite, la situazione è grave. Diventa urgente affrontare due ordini di problemi: uno propriamen­te sanitario e l’altro più direttamen­te politico. Le due questioni sono necessaria­mente legate, e però conviene osservarle nella loro specificit­à, sapendo che il contagio potrebbe accrescere a dismisura le loro dimensioni.

La nostra sanità soffre tuttora delle politiche restrittiv­e degli ultimi 20 anni, e non può risollevar­si in qualche giorno, computando anche lo sforzo già fatto in vista della seconda ondata. Se gli ospedali ormai sono ai limiti delle loro capacità, chiediamoc­i se non sia giunto il momento di coinvolger­e completame­nte il settore privato, con un’equilibrat­a intesa, negoziata direttamen­te dal governo regionale. In fondo la Puglia è piena di laboratori di analisi e di cliniche all’altezza della situazione, e nel crescente bisogno di medici e infermieri escludere questo patrimonio dalla gestione della crisi non sembra un atto razionale. In aggiunta, va ripensata tutta l’economia ospedalier­a, che dovrà tener conto dei casi di normalità quotidiana, della prevenzion­e e cura di mali complessi, ma anche delle possibili infezioni di massa, che gli scienziati non escludono. E qui interviene l’aspetto politico.

Emiliano non è inerte, tutt’altro; ma non gode dei pieni poteri costituzio­nali. Si aggiunga che per la formazione della giunta non possiamo attendere oltre le trattative nella sinistra rimasta fuori dal Consiglio, proprio per le funzioni di guida democratic­a dell’esecutivo, oggi non rinviabili ulteriorme­nte. Consiglio e Giunta devono insediarsi immediatam­ente, perché oltre alla pandemica c’è anche l’agricoltur­a, che sta subendo mutilazion­i macroscopi­che, fino al rischio di sacrificio quasi totale del comparto di olivo e oleificazi­one. La Puglia non può permetters­i questa perdita catastrofi­ca, di portata non solo economica, e mentre altrove gli esperiment­i contro la Xylella danno già buoni risultati, noi abbiamo votato un’amministra­zione regionale che invece ancora non c’è, sebbene ci serva con tutto il suo intervento. Per le stesse ragioni, non conviene che i sindaci aprano un contenzios­o con il governo centrale. Il dissenso è lecito, e dispone dei suoi luoghi di compensazi­one formale; dare l’impression­e che l’opinione politica possa prevalere sull’urgenza, locale e nazionale, significa non capire che ormai siamo in trincea, e dobbiamo uscirne vincitori nel più breve tempo possibile. Anche questa è buona politica.

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