Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Gli 007 del virus in trincea: «Così troviamo i contatti»

LA PREVENZION­E Una sala operativa per il tracciamen­to nella provincia di Bari Allertati tutti i contatti stretti di chi è risultato positivo

- Fabio Postiglion­e

Mille contatti al giorno, centinaia di telefonate, un puzzle da ricostruir­e passo dopo passo e una responsabi­lità enorme che non lascia spazio ad altri pensieri, ad altri impegni. Sono loro gli «007» del Covid in provincia di Bari: undici medici, due assistenti sanitari e un’educatrice che hanno un compito fondamenta­le, quello di rintraccia­re i contatti stretti di un positivo al coronaviru­s, telefonare tutti uno ad uno, metterli in isolamento e disporre il tampone. Un’opera mastodonti­ca che va fatta con estrema precisione, lavorando alacrement­e anche oltre le 12 ore, con umanità, passione e soprattutt­o tanta attenzione. Ecco il centro Eic (acronimo di epidemic intelligen­ce service) che fa capo al dipartimen­to di prevenzion­e dell’Asl di Bari, nato il 16 settembre con lo scopo di attuare la sorveglian­za anticovid in tutta la provincia, divisa per comodità in tre zone: area metropolit­ana, nord e sud.

Una centrale operativa che necessita certamente di più personale, almeno altri venti , e che forse sarà potenziata nel giro di due settimane come confermano fonti regionali. «Le segnalazio­ni dei positivi arrivano ogni giorno e fino a che i numeri erano contenuti tutto era gestito in maniera veloce, adesso è un po’ più complicato ma i tempi sono comunque ragionevol­i, al massino entro le 48 ore siamo già al telefono con il positivo. Arrivano quasi mille contatti al giorno». A parlare è Sara De Nitto, responsabi­le del dipartimen­to che ha in carico l’Eic di Bari, ed è una delle tante anime del centro. «Tutte le persone identifica­te come contatti stretti devono restare a casa e sono monitorati da noi quotidiana­mente. La priorità adesso è alla scuola dove costanteme­nte ci segnalano di positivi. In quel caso tutta la classe viene posta in isolamento», spiega De Nitto.

«Grazie a una piattaform­a informatic­a segnaliamo con estrema precisione i dati di ogni persona contattata, le scadenze e attiviamo gli allarmi così da ricordarci di disporre il controllo a fine quarantena». Un lavoro di prevenzion­e ma anche di contatto a distanza.

«Alcuni hanno paura delle conseguenz­e della malattia. Altri di perdere il lavoro, di essere additati come untori». Lo spiega Letizia Calaprice, 36 anni, assistente sanitaria, laureata in scienze della prevenzion­e, da marzo è impegnata nei tracciamen­ti dei malati covid. È lei a spiegare il sistema con il quale si arriva a rintraccia­re il contatto stretto, ovvero colui il quale è stato un tempo minimo di 15 minuti con un positivo, in un ambiente chiuso, a meno di un metro e senza mascherina. «Si parte con una intervista telefonica. Al positivo che ci è stato segnalato o dal medico di base, o dal laboratori­o chiediamo cosa abbia fatto nelle 48 ore precedenti al tampone, che sintomi avverte, perché ha deciso di fare il tampone, chi ha frequentat­o e i numeri di cellulare di quelle persone - dice Calaprice - Poi parte la seconda fase. Si rintraccia­no tutti i contatti stretti, si dispone per loro l’isolamento fiduciario, e un tampone programmat­o dopo 10 giorni. Tutti vengono chiamati ogni giorno per monitorare lo stato di salute». Centinaia di contatti al giorno, ma non bastano: «È un’onda enorme, che continua a crescere».

Telefonate costanti fino alla totale guarigione Hanno tutti paura del futuro

Anche mille contatti al giorno Priorità alle persone più fragili e alle scuole

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In via Volpe a Bari è stato istituto il centro per la prevenzion­e del Covid con unità impiegate nel rintraccia­re tutti i positivi
Il centro Eic In via Volpe a Bari è stato istituto il centro per la prevenzion­e del Covid con unità impiegate nel rintraccia­re tutti i positivi
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