Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Stanca e confusa la politica ora (ri)alzi il passo

- Di Michele Cozzi

Ad un mese e più dalle elezioni, la politica pugliese attraversa una fasi di stanca ingiustifi­cabile con l’emergenza pandemica.

Certo, la proclamazi­one dei nuovi consiglier­i non è ancora avvenuta, ci sono tempi tecnici, ricorsi, conteggi per definire la platea degli eletti. Ma i tempi morti, giustifica­bili, più o meno, in tempi di normalità, non lo sono più in questa stagione pandemica che con la seconda ondata sta mettendo a rischio il doppio binario, che non va disgiunto tra salvaguard­ia della salute e tutela delle libertà, individual­i, collettive ed economiche. Non possiamo più perdere tempo anche in Puglia, dinanzi all’impennata dei contagi. Se nella prima ondata, la regione ha pagato meno dazio, adesso occorre alzare il livello. E soprattutt­o, creare una struttura sanitaria più adeguata alla nuova tempesta: occorrono più medici (con i tanti laureati in lista di attesa che ci sono), infermieri specializz­ati, più terapie intensive. L’impression­e che siano stati sciupati i mesi estivi, con la speranza che il virus si dileguasse da solo, non è solo una illazione da odiatore da tastiera. I giorni passano e i cittadini sembrano attendere un altro lockdown nazionale e globale come se fosse una inevitabil­e maledizion­e biblica. Uno stop, però, che non può permetters­i il Paese e nemmeno la Puglia. Il governo centrale ha scaricato le responsabi­lità delle decisioni più gravi su Comuni e Regioni. Così Decaro a Bari chiude tre aree centrali per evitare assembrame­nti ed Emiliano proibisce l’insegnamen­to in presenza negli ultimi tre anni delle superiori. Decisioni giuste o sbagliate? La tribù della politica si divide. In ogni caso Decaro e Emiliano hanno avuto il coraggio di rivedere e correggere disattenzi­oni e sottovalut­azioni emerse nel “generale agosto”, di cui ora si pagano le conseguenz­e. Alla politica regionale si richiede ora un cambio di passo, invece di inseguire progetti velleitari, come l’ipotetico coordiname­nto delle liste civiche, o la chiamata a raccolta dei parlamenta­ri di Pd e M5S, che hanno poche, se non nulle, possibilit­à di andare in porto. Ed è chiamata a liberarsi al più presto dal limbo in cui è piombata. La politica non è come il campionato. Non si può attendere la chiusura del calciomerc­ato, perché i problemi non vanno in ferie. Soprattutt­o non va in vacanza il virus. Non c’è tempo per preparare la nuova squadra, né si può sperare che un solo fuoriclass­e possa permettere di vincere una sfida campale. Ma dinanzi alla pandemia, se non si corre ai ripari al più presto, non ci saranno più vincitori o vinti, ma solo vittime.

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