Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Rsa di Triggiano sotto choc «Quella non era una festa Aiutateci, serve personale»
BARI «Siamo devastati per quanto è accaduto. Non sono solo gli ospiti della nostra struttura, per noi sono come una famiglia. Adesso però chiediamo aiuto a tutte le istituzioni, siamo pronti ad essere anche commissariati. Ci serve personale che possa assistere gli anziani rimasti in struttura». Enzo Nitti è uno dei soci della Rsa di Triggiano dove è scoppiato un focolaio che per ora ha coinvolto 90 persone (71 anziani e 19 dipendenti).
Partiamo subito da quanto è accaduto il 2 ottobre. Per la festa dei nonni è stata organizzato un party, ci sono le foto pubblicate su Facebook. Era necessaria?
«Una cavolata assurda, si sta montando un caso che non esiste. Quella festa era riservata sono agli ospiti. Non è entrato nessuno da fuori. Le persone che si vedono nelle foto sono i dipendenti che già quotidianamente lavorano nella struttura e tutti con le mascherine al volto. Non mi pare che il 2 ottobre ci fossero divieti di assembramenti come è adesso».
Sì, ma gli anziani seduti ai tavoli erano senza le protezioni, perché?
«Era un pranzo normale, come quello di tutti i giorni. Non indossavano le mascherine perché stavano mangiando. Di diverso dal solito abbiamo preparato una torta e fatto volare dei palloncini bianchi. Era per farli divertire. Sono persone che stanno segregate da mesi. È assurdo quanto si stia marciando su una storia che non ha senso».
Ma allora come è entrato questo virus nella Rsa?
«Supponiamo che sia legato ad alcuni nostri ospiti che fanno la dialisi e che quindi sono costretti ad uscire e sappiamo fuori e negli ospedali la situazione com’è».
Le regole sono state rispettate? Avete usato le precauzioni giuste?
«Non abbiamo nessuna recriminazione. In struttura non entrava nessuno da mesi. I parenti venivano lasciati all’esterno della Rsa e gli anziani per salutarli si affacciavano alle finestre. Tutti usavano le mascherine, tranne che per mangiare e dormire. Lo stesso hanno fatto i nostri operatori. Da parte nostra c’è stato il massimo dell’attenzione».
Quante persone ci sono all’Hotel San Francisco, e quanti dipendenti?
«Sono 110 pazienti e 70 dipendenti. Siamo l’unica struttura che ha un numero così alto di personale al servizio degli ospiti: sette infermieri, 35 operatori sociosanitari. Eravamo in attesa di firmare il contratto per aprire un’altra ala da destinare alla degenza, così da allargare ancora di più gli spazi».
Quando siete venuti a conoscenza del primo contagio?
«Tra domenica e lunedì, con il primo degli anziani che è stato ricoverato. Poi l’escalation. Abbiamo subito contatto sindaco e medici. L’Asl e la Regione hanno inviato le Usca che in queste ore stanno facendo radiografie a tutti gli ospiti della struttura. Ma i nostri infermieri sono finiti, per questo abbiamo chiesto a chiunque di poterci dare una mano. Noi non siamo la classica struttura senza il personale, ma siamo decimati e questo è virus bastardo».
❞ Enzo Nitti Anziani privi di protezioni perché pranzavano Protocolli rispettati