Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Oggi tre manifestazioni In centro e sul lungomare ristoratori e partite Iva
Iniziative dalle 11,30 alle 20. Il tam tam anche sui social
BARI Le manifestazioni organizzate, ma anche quelle spontanee. Tutte sotto un unico slogan: «Non vogliamo morire di fame. Il governo ci deve ascoltare». Oggi a Bari va in scena la giornata della protesta contro l’ultimo Dpcm che mette sottochiave numerosissime attività commerciali. Bar, gelaterie, pub e ristoranti costretti a chiudere alle 18, ma soprattutto centri benessere, palestre, piscine, cinema, teatri, sale giochi e sale scommesse obbligati a tenere le serrande abbassate per quattro settimane, sino al prossimo 24 novembre. E così si mobilitano le associazioni di categoria, ma anche i tanti movimenti spontanei nati in queste ore sul web. «Protesteremo pacificamente e civilmente» si legge nelle locandine della vigilia.
L’appuntamento più rumoroso sarà sicuramente alle 11 e 30 sul lungomare, sulla rotontutti da Giannella, nei pressi di piazza Diaz, in contemporanea con altre ventiquattro piazze italiane. All’appello lanciato dalla Fipe, la Federazione che riunisce i pubblici esercizi, si sono unite altre sigle. Da Movimento Impresa ai ristoratori di Bari vecchia passando per Passione Horeca, pronti a scendere in piazza «perché non siamo untori». Una protesta che cresce di ora in ora e che non riguarda più solo il settore della ristorazione e del pubblico spettacolo. «Stiamo raccogliendo adesioni dai gestori e titolari di palestre, sale scommesse, cinema. Manifesteremo senza simboli» spiegano da Movimento Impresa. Alcune delegazioni arriveranno anche dal resto della Puglia.
Altre manifestazioni nel pomeriggio con il movimento social #BariNonChiude. Il corteo partirà alle 18 da piazza del Ferrarese – proprio nel momento in cui bar e ristoranti dovranno abbassare le serrande – per dirigersi in piazza Libertà, ai piedi della prefettura. «Commercianti, lavoratori, partite Iva e tutti quelli che stanno pagando le scelte scellerate del governo dicono basta – annunciano gli organizzatori -. Scendiamo in piazza in modo pacifico per far sentire la voce del territorio e di tutta l’area metropolitana di Bari».
Dalle ore 15 alle 23 su tutta la piazza scatterà il divieto di fermata, come previsto da apposita ordinanza della polizia locale, per permettere lo svolgimento della manifestazione. In serata, alle 20, annuncia la propria discesa in piazza il gruppo Facebook – ma al momento con pochissime adesioni – Rivolta Bari.
Intanto in diversi locali della città i gestori meditano di restare chiusi anche a pranzo. Tra dipendenti pubblici e privati in smart working e calo vertiginoso degli affari, le tavole calde del Murattiano si sono praticamente svuotate. «Antieconomico restare aperti. Tenteremo qualcosa con consegne a domicilio e asporto» spiegano da alcuni locali nei pressi dell’Università. Un grido di dolore al quale in queste ore si sta rispondendo con una catena social di solidarietà: l’appello a consumare un pasto o un piatto d’asporto in uno dei locali del proprio quartiere, per dare sostegno morale ed economico ai ristoratori. «Un’iniziativa lodevole alla quale mi associo – spiega l’assessore allo Sviluppo Economico Carla Palone -. Ognuno, secondo le proprie possibilità economiche, faccia la propria parte per aiutare i tanti ristoratori in difficoltà».
Carla Palone Giusto l’appello a consumare cibo d’asporto