Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Sophia Loren è Madame Rosa «Che bello è stato girare qui»

Il capoluogo pugliese set de «La vita davanti a sé», dal 13 novembre su Netflix»

- di Dario Fasano

Una regina popolare con indosso un abito a fiori. Capelli grigi, lo sguardo assorto, la mano appoggiata sul braccio di un ragazzino di colore. E sullo sfondo un vicolo di Bari vecchia. E’ una scena de La vita davanti a sé, l’ultimo film interpreta­to da Sophia Loren, diretto dal figlio Edoardo Ponti e girato fra Bari e Trani a luglio dello scorso anno quando il Covid era ancora lontano. «Un set perfetto dove ambientare una vicenda di grande umanità», ha detto il regista del film che sarà trasmesso dal 13 novembre su Netflix, nei 190 Paesi del mondo in cui la piattaform­a è attiva.

Ispirato al best seller La vie devant soi dello scrittore francese Romain Gary, la pellicola racconta la vita di Madame Rosa (Loren) anziana ebrea, superstite dell’Olocausto, che si prende cura dei figli delle prostitute nel suo appartamen­to a Bari. E accoglie anche Momo (Ibrahima Gueye), un ragazzino senegalese che l’aveva derubata. Con lui, e con gli altri, creerà un vincolo indissolub­ile che nemmeno la malattia e i fantasmi del passato saranno in grado di spezzare.

E dietro questa storia c’è Bari con il suo lungomare, il mercato di Santo Spirito, il Libertà e il borgo antico trasformat­i in un set cinematogr­afico. «Una città con un mosaico di religioni e di culture - ha detto Ponti - esteticame­nte molto calda, molto umana con una grande luce e con meraviglio­si colori. L’ideale per parlare di un mondo di personaggi che vivono la vita pienamente. E Bari era molto giusta per l’ambiente che volevo creare».

Sophia Loren è contenta, rilassata, di una eleganza composta. Ha compiuto il mese scorso 86 anni, ma «l’età non ha mai contato molto». Felice di aver girato a Bari («Mi sono trovata benissimo con i suoi silenzi, il tempo, il mare e la spiaggia. Un po’ come Napoli»), è una donna fiera del duplice successo raccolto negli anni come mamma e come attrice. È la terza volta che si fa dirigere dal secondogen­ito

Edoardo, quel Dodò che negli anni ‘70 ha riempito le cronache rosa dei giornali. A 11 anni è accanto alla mamma come attore in Qualcosa di biondo, un film di Maurizio Ponzi dell’84. Da regista avrebbe poi diretto la madre in Cuori estranei e ne La Voce umana. E poi, sette anni dopo, una terza ne La vita davanti a sé, dandole la possibilit­à di inserire Madame Rosa nella galleria dei suoi grandi personaggi come la Ciociara e Filumena Marturano. Un ritratto di donna vissuta che potrebbe metterla in gara anche per l’Oscar. «È stato un momento meraviglio­so della nostra vita - ha detto ieri l’attrice - volevo fare questo film a tutti i costi. Ne avevo parlato con Edoardo. Quando ho avuto la certezza che si sarebbe fatto ero la donna più felice del mondo. Per me, perché avrei avuto un bel personaggi­o da interpreta­re, e per mio figlio che avrebbe avuto un ottimo copione da dirigere».

A completare il cast del film, prodotto da Palomar con il sostegno della Regione Puglia, di Apulia Film Commission e di Puglia promozione, Renato Carpentier­i e la spagnola Abril Zamora, folgorata dalla Puglia. «È stata un’opportunit­à fantastica per visitare Bari e Trani, posti che non sapevo neanche esistesser­o».

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 ??  ?? Sofia Loren (Madame Rosa) con il giovane Ibrahima Gueye (Momo) a Bari vecchia Sotto Edoardo Ponti mentre dirige la madre
Sofia Loren (Madame Rosa) con il giovane Ibrahima Gueye (Momo) a Bari vecchia Sotto Edoardo Ponti mentre dirige la madre
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