Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

«La didattica a distanza non sia quella di prima»

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BARI «Era sotto la luce del sole che andava a finire così. Resta tanta amarezza. La Dad non sia la stessa fatta durante il lockdown, ma rafforzata su qualità e continuità». Stefano Mariano, 19enne brindisino e coordinato­re pugliese dell’Unione degli Studenti, elenca le criticità di questo primo mese dell’anno scolastico in pieno Covid.

Cosa non ha funzionato?

«Nonostante le belle parole sono rimaste le carenze formative, sui trasporti e sul tracciamen­to dei contagi. La scuola dovrebbe essere la nostra seconda casa, ma molti studenti l’hanno vissuta in queste prime settimane con la paura. Non solo per la propria salute ma anche per quella delle proprie famiglie e dei propri nonni. E dispiace dover rinunciare alla didattica in presenza a causa di una mancata riorganizz­azione».

Cosa non accettate?

«Che si faccia la stessa Dad utilizzata durante il lockdown, specie per i maturandi. Va rafforzata perché davvero non sappiamo quanto durerà questa emergenza. Chiediamo un cambio di passo nazionale e regionale, si aprano dei tavoli di confronto con i lavoratori della scuola e con tutti gli studenti».

Come si affronta psicologic­amente una situazione come questa?

«In questi mesi la nostra azione sindacale ha registrato moltissimi casi di studenti che si sentivano spaesati anche nelle relazioni sociali. Non abbiamo bisogno solo dei nostri compagni di banco, ma anche della presenza fisica e del confronto dal vivo con i docenti. Non avere prospettiv­e chiare getta tutto il mondo scuola nello sconforto più totale». ( f. p.)

Nonostante le belle parole sono rimaste le carenze C’è tanta amarezza

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