Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
LA SALDATURA DEL RIBELLISMO
Per spiegare la guerriglia urbana di oggi, basti ricordare cosa è successo solo pochi mesi fa. Tutti avevano scommesso sulla fine della pandemia. Quando si diceva «dovremo convivere con il virus», si pensava ad una quota fisiologica di contagi (200-300 al giorno). Il presidente del Consiglio, dopo il successo nel negoziato europeo, si apprestava a fare il De Gasperi. In Puglia, il presidente Emiliano passava all’incasso a braccetto del suo assessore in pectore Lopalco. Si riaprivano scuole e urne elettorali, il campionato di calcio e i congressi autunnali, mentre fioccavano feste e matrimoni. Le vedove del lavoro in presenza, «perché altrimenti gli impiegati se ne approfittano», tuonavano contro il demone dello smart working, sull’onda dell’economia spicciola fondata sul traffico, il parcheggio in doppia fila e la pausa pranzo a base di tramezzini plastificati. I leader della destra puntavano tutto sull’eccitazione degli animi rispetto alle pur modestissime restrizioni estive. Ma quali mascherine, vivaddio. Questo governo ci vuole imbavagliare, mentre è chiaro che il residuo Covid ce lo stanno portando i loro amici immigrati.
Non è andata proprio così. Subito dopo la riapertura delle scuole – otto milioni di studenti tutti insieme, perché prima c’erano le elezioni – i contagi si sono impennati in modo impressionante. Oggi la Francia vola verso i 100 mila contagi al giorno, è stato d’emergenza in Spagna, la Germania pensa a un nuovo lockdown, tutto il mondo è allo stremo. Qui da noi le cose vanno un po’ meglio, ma per evitare la voragine occorre intervenire subito. Come? Quando un paese è così indebitato, un secondo lockdown totale non te lo puoi permettere. E se non chiudi tutto, devi fare delle scelte. Scelte in certi casi opinabili, così come ingiustificabile è il nulla prodotto in materia di trasporti pubblici, di tracciamento e di organizzazione dei tamponi. Ma oggi le categorie più penalizzate dai blocchi temono di essere mandate allo sbaraglio senza un’idea praticabile per uscire dal tunnel. Da qui la saldatura che, per restare in Puglia, vede uniti ristoratori, genitori degli studenti e comuni cittadini che non trovano i vaccini in farmacia. Non bastano i dati oggettivi sui contagi e gli ospedali, e neppure le casse integrazioni prorogate o i 5 miliardi in arrivo per ristorare ristoratori e affini. Non basta la constatazione che questo denaro è preso a prestito, e che quindi tutti stanno finanziando il sostegno a chi è più in difficoltà. Come l’Italia sa dare il meglio di sé all’alba di una crisi, quando arriva il pomeriggio sa dare anche il peggio, se chi è al timone perde, insieme ad una scommessa estiva, la fiducia popolare.