Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
La rabbia dei tifosi biancorossi «Basta, vogliamo i risultati»
Alla faccia dei divieti anti-virus confronto tra squadra e un gruppo di supporter
BARI Tutto avviene a fine allenamento, dopo la seduta pomeridiana. Siamo a martedì, ovvero due giorni dopo la sconfitta contro il Foggia. Per il Bari non sono ore facili. Sui social le critiche sono tante, nel mirino non finisce solo la sconfitta (che fa sempre male, in un derby ancora di più), ma soprattutto l’atteggiamento e la prestazione. Un gruppo di tifosi, allora, che era assiepato all’esterno dell’antistadio, si avvicina alla squadra e chiede un confronto. Ci sono più o meno tutti, del gruppo: dal direttore sportivo all’allenatore, sino alla squadra. Una delegazione della tifoseria organizzata parla chiaro, senza mezze misure: fiducia rinnovata, ma serve un cambio di passo e figuracce come quelle di domenica devono essere assolutamente un’eccezione. Diventassero la regola, il rapporto (finora solido) rischierebbe di incrinarsi.
Il colloquio è durato qualche minuto. Messaggi chiari, un faccia a faccia franco, raccontano che si sia svolto nel riquello spetto dell’obbligo di distanziamento, sebbene l’allenamento, come le partite, debba svolgersi teoricamente lontano dalla presenza di pubblico. Qualche indomito però c’è sempre, la chiusura dell’antistadio non evita a prescindere la presenza di qualche curioso e tifoso. E questo è accaduto anche martedì.
I tifosi hanno ribadito un concetto semplice: la presenza in curva sarà anche una chimera, ma sentimentalmente «la gente che ci crede» c’è sempre. Così vicina, da dirlo a chiare lettere: un ko come di Foggia, seppur di misura, non è facilmente digeribile e non può essere semplicemente derubricato a incidente di percorso. Ci sarà di mezzo il covid, ci saranno tutte le restrizioni che questo comporta, ma i sostenitori non si girano mai dall’altra parte. La richiesta di impegno, di rispetto della maglia e dei colori non passa inosservata. L’accelerazione, in altre parole, deve passare prima dall’atteggiamento, poi da tutto il resto. In termini e modi ovviamente diversi, è un po’ quello che Auteri, allenatore dei biancorossi, ha chiesto sin dal primo momento alla squadra: non si vince per status, non ci sono successi garantiti a prescindere. Ci vuole impegno, sudore, lavoro, voglia di sacrificarsi.
La sensazione, finora, è che al di là dei risultati positivi e della classifica che oggi non può emettere verdetti preoccupanti, qualcosa vada rivisto in tempo utile. In quest’ottica, il campionato dello scorso anno è visto quasi come un monito: non si può perdere tempo, i nomi non bastano per vincere i campionati, ma occorre calarsi nella realtà della C. Il Bari dalla faccia sporca, allora, deve diventare un’abitudine, almeno quando la dimensione angelica della prestazione non è raggiungibile. Sarà per questo che Auteri ha parlato di «sconfitta salutare». Ma solo se i giocatori sapranno coglierne l’essenza. Il tempo per dimostrarlo c’è, non può essere troppo lungo e Bari, si sa, è una piazza esigente e che non sa aspettare troppo. Anche per questo i tifosi, senza troppo giochi di parole, hanno messo i puntini sulle «i». E non c’è covid che tenga.