Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Tavolini sull’uscio Così i bar si danno al caffè d’asporto

A Bari diffusi sui social orari e modalità di prenotazio­ne dei pasti Restano aperti i parrucchie­ri e centri estetici solo per i clienti del posto

- Di Francesco Petruzzell­i

Non arrendersi, mai, neanche di fronte a un divieto che potrebbe demoralizz­are un toro. Titolari e gestori di bar, soprattutt­o a Bari (foto Sasanelli), si sono immediatam­ente attrezzati per servire ai clienti il caffè da asporto, oltre che per rinforzare il servizio a domicilio. Non mollano nemmeno ristoranti e pizzerie, chiudono i battenti invece molti pub.

BARI Ritornano i banchetti all’ingresso. Tra distanze di sicurezza e tazzine monouso. Si prenota il proprio caffè e si va via, senza sostare nelle vicinanze. Ritornano le serrande abbassate. Di quelli che «proprio no, restare aperti per qualche consegna a domicilio e per l’asporto non conviene; meglio allora chiudere». Si svuotano le strade e le piazze più centrali, mentre nei quartieri meno «attenziona­ti» qualche furbetto ne approfitta concedendo­si la consueta (e ora rapida) colazione al bancone o il ritrovo in qualche circolo ricreativo con le vetrine debitament­e coperte da fogli di giornale.

Scene non sfuggite tra le strade del Libertà e di Carrassi. Vanno nel caos i parrucchie­ri, molti a chiedersi specie nei piccoli comuni: «Ma posso continuare a ricevere clienti dai paesi vicini? Ci vuole l’autocertif­icazione?». La risposta è un secco «no». La messa in piega o la tinta in un altro Comune non rientra tra le «comprovate esigenze». Ci si deve necessaria­mente accomodare sulla poltrona di un acconciato­re della propria zona di residenza. Scatti di una Puglia da qualche ora arancione, ma nei fatti a tinte rosse.

Le stesse del primo lockdown totale di marzo scorso. Tra dubbi, perplessit­à e senso di smarriment­o è trascorsa così la prima giornata tra le strade commercial­i della regione. Svuotati i mercati settimanal­i tanto a Bari, quello del venerdì al San Paolo, tanto quello di via Bari a Lecce. Impossibil­e per molti clienti dei paesi vicini raggiunger­e le bancarelle dei capoluoghi di provincia e per gli operatori diventa così la prima giornata da incassi dimezzati.

A Bari città la situazione a macchia di leopardo: bar, ristoranti e tavole calde che si convertono all’asporto ma soprattutt­o alle consegne a domicilio, inondando le proprie pagine Facebook di nuovi orari e modalità per prenotare un piatto caldo o sempliceme­nte un menù per cena. Altri invece, specie i pub, che decidono di abbassare le serrande salutando via social i clienti con un ottimistic­o «arrivederc­i».

Secondo l’indagine Coldiretti sono circa 20 mila le attività, tra i bar, ristoranti e pizzerie, e 875 gli agriturism­i chiusi in Puglia a causa del nuovo Dpcm, con una perdita di fatturato mensile di oltre 400 milioni di euro ed un drammatico effetto a valanga sull’intera filiera per il mancato acquisto di alimenti e bevande.

Capitolo a parte i saloni di bellezza. Nelle scorse ore, prima dell’ultimo decreto a colori, si è registrata un’impennata di prenotazio­ni, nel timore dell’ennesima chiusura totale come nel primo lockdown. «Per fortuna è andata bene, restiamo aperti continuand­o a rispettare tutti i protocolli anti-covid», spiega Silvia Palattella, presidente regionale e provincial­e Bari di Confartigi­anato Acconciato­ri. L’organizzaz­ione di categoria è stata inondata di telefonate su chiariment­i e delucidazi­oni, anche alla luce delle tante fake news circolate sui social.

«Chiariamo subito: non sono consentiti spostament­i da un Comune all’altro per andare dal proprio parrucchie­re o estetista di fiducia – spiega Palattella –. In presenza di un esercente acconciato­re nel proprio Comune di residenza al cittadino è richiesto di recarsi lì».

Obbligo che ha mandato in tilt i parrucchie­ri e gli estetisti dell’hinterland barese, quelli che raccolgono molti clienti dai paesi limitrofi. «A loro – dice ancora la rappresent­ante di categoria – sto consiglian­do di puntare a sconti e promozioni per attirare la clientela del posto».

Conclude: «Certo, nessuno di loro è responsabi­le di eventuali clienti trasgresso­ri. Non è richiesto all’esercente di controllar­e la legittima provenienz­a del proprio cliente».

❞ Silvia Palattella Noi parrucchie­ri potremo lavorare Ma agli associati sto consiglian­do di puntare su sconti e promozioni per poter attirare la clientela del luogo

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 ??  ?? Caffè non al banco L’interno di un bar a Bari con l’indicazion­e dei divieti previsti dal nuovo decreto
Caffè non al banco L’interno di un bar a Bari con l’indicazion­e dei divieti previsti dal nuovo decreto
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Acconciato­ri La leader Silvia Palattella

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