Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Per la mostra storica ritorna in città la vecchia locomotiva dell’Arsenale
Quarant’anni di servizio sul Mar Piccolo. Sempre sotto le insegne della Marina militare
Ha fatto su e giù attorno al mar Piccolo di Taranto per una quarantina d’anni. Dal 1920 alle soglie degli anni ’70 ha trasportato materiali vari, personale con le stellette, carburante e ricambi di aereo dal deposito munizioni all’Arsenale militare fino alla base navale e all’idroscalo. Sui binari della ferrovia a scartamento ordinario Nasisi-Taranto Arsenale ha percorso migliaia di chilometri fino a quando, nel 1969, la locomotiva a vapore 835327 è stata fermata e messa a riposo.
Dopo 51 anni è tornata ora nella sua casa d’origine, nella piccola piazza che guarda la sala dove sono esposti i reperti della Mostra storica Arsenale (Mo.S.A.). Qui è stata sistemata su binari e traversine per essere ammirata come muta testimone di un’epoca storica irripetibile e per dare il benvenuto ai visitatori dell’esposizione.
Il contrammiraglio Luigi Schinelli commenta che «è un pezzo di storia dell’Arsenale e della città di Taranto che riaffiora; arricchirà il patrimonio del nostro stabilimento a testimonianza di una lunga ed importante storia costruita con il sacrificio del personale militare e civile che ci ha lavorato». Il contrammiraglio è la persona che subito dopo aver assunto l’incarico di direttore dell’Arsenale l’estate scorsa si è adoperato per riattivare la sirena che per decenni ha scandito la vita e il tempo di lavoro degli «arsenalotti» suonando due volte al giorno, alle 7 e alle 16. Per i tarantini è stato un tuffo nel passato.
L’associazione «Treni storici di Puglia» ha recuperato la locomotiva 835327 e l’ha trasferita nell’officina delle Ferrovie dello Stato per sottoporla a un accurato restauro conservativo prima di esporla al pubblico facendola diventare uno dei pezzi pregiati della mostra storica.
La rassegna racconta l’intreccio tra la città di Taranto e la Marina Militare attraverso un periodo di 130 anni, dall’insediamento dell’Arsenale nel 1889 fino a oggi. Tra le tante cose da vedere ci sono il timone della nave Cristoforo Colombo, gemella dell’Amerigo Vespucci, e il suo specchio di poppa in legno intagliato; modelli in scala di antiche navi a vela e di navi moderne, alcune delle quali realizzate proprio dalle maestranze dell’Arsenale come le navi Puglia e Quarto, il traghetto Messina. A grandezza naturale si può ammirare il siluro a lenta corsa (maiale) usato dalla decima Flottiglia Mas della Regia Marina italiana durante la seconda guerra mondiale per azioni di sabotaggio.
Ora l’esposizione si è arricchita della locomotiva che faceva il suo lavoro lungo il tratto costiero della «Circummarpiccolo» tra l’Arsenale e la polveriera di Buffoluto, tuttora esistenti. Come ancora esiste la linea ferroviaria attorno al secondo seno del mar Piccolo sulla quale, ogni tanto, spuntano idee di riutilizzo a fini turistico-paesaggistici tra le più spericolate e che raramente tengono conto del suo reale stato di conservazione. Fu aperta nel 1916, lunga circa diciannove chilometri, attraversa aree dal notevole interesse paesaggistico. Nei decenni recenti è stata preda di vandali e ladri che hanno rubato pezzi di rotaie e divelto tratti di binari ormai infestati in molti punti da piante spontanee ed erbacce. C’è ancora un ponte ferroviario in mattoni con arcate in piena gravina, mentre in corrispondenza dei passaggi a livello di una volta c’è l’asfalto che sommerge i binari.
Nei tempi andati questa ferrovia si raccordava, a Nasisi, con la linea per Brindisi mentre nei primi anni del 2000 un progetto voleva utilizzarla come metropolitana di superficie per alleggerire il traffico della città. La stazione di partenza doveva essere al quartiere Paolo sesto e l’arrivo alla porta dell’Arsenale in via Di Palma. Un tragitto panoramico e rilassante, probabilmente inadeguato alla risoluzione dei problemi della circolazione urbana tarantina.