Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Ma fa «stare bene»

-

Non un capolavoro, ma un film «che fa star bene». Un film di formazione, come si dice. Il vecchio saggio e il giovane discepolo in un reciproco scambio di valori. Jamal è uno studente di colore, appassiona­to di letteratur­a, che ottiene una borsa di studio in un esclusivo liceo privato di New York soprattutt­o, come spesso accade negli Usa, grazie alla sua abilità nel basket. Forrester è un anziano e famoso scrittore, che ha pubblicato un solo libro, vincendo il Pulitzer, e si è recluso in solitudine nel suo appartamen­to, buio e stracolmo di libri. I destini si incrociano per caso. Forrester legge uno scritto del ragazzo, ne intuisce le qualità e decide di aiutarlo nel suo percorso. Jamal al liceo incrocia un professore che lo accusa di plagio. Forrester lo salva con un finale alla «attimo fuggente».

Oltre l’interpreta­zione di Sean Connery il film, diretto peraltro da Gus Van Sant (e non è poco), offre molteplici suggestion­i. Nella figura di Forrester si intravede forse J. D. Salinger e la sua volontà di sottrarsi al mondo. C’è l’ambiente della scuola che ricorda i college. Boiserie e ritratti di scrittori alle pareti. Le differenze razziali e un accenno di lotta di classe nel rapporto tra il povero Jamal e la ricca Claire Spence, collega di corso e, forse, da lui attratta. New York, come sempre, è un valore aggiunto in tutti i film, non solo quelli di Woody Allen.

C’è poi lo sport, come sempre metafora della vita. Jamal è un campioncin­o. Si scontra in allenament­o con un ragazzo bianco, uno Wasp meno bravo che però lo ferisce urlandogli in faccia «non sarai mai come me». Alla finale sbaglia i canestri decisivi per dimostrare (a sé stesso, prima di tutto) di poter fare di meglio nella vita che vincere un incontro di basket. Su tutto aleggia la passione per la letteratur­a e un’immagine di cultura alta, forse un po’ polverosa ed elitaria, tanto amata da noi, quanto detestata dall’America di Trump.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy