Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Troppi ostacoli, così il Tar ha bocciato la Dad

Fonti giudiziari­e: il ricorso di Bari solleva questioni diverse da quelle esaminate a Lecce

- Antonella Caruso

BARI Sulla scuola nessuno scontro tra i magistrati pugliesi dei Tribunali amministra­tivi. Nessuna incertezza. Solo apparentem­ente, fanno notare fonti giudiziari­e, si è trattato di due pronunciam­enti opposti. Quello del presidente della terza sezione del Tar di Bari, Orazio Ciliberti che venerdì accogliend­o il ricorso del Codacons ha riaperto le scuole primarie e medie: e quello della seconda sezione del Tar di Lecce, Eleonora Di Santo che, nelle stesse ore, le aveva tenute chiuse respingend­o quello presentato da un gruppo di genitori. A fare la differenza è stato l’acronimo più noto degli ultimi mesi a famiglie, alunni e docenti: la Dad, la didattica a distanza. Se gli studenti non sono attrezzati e le scuole neppure, di fatto l’insegnamen­to a distanza provoca l’interruzio­ne di pubblico servizio. Questo anche alla luce del fatto che la Dad non era stata prevista dal governo né per la scuola primaria né per la scuola secondaria di primo grado.

I due ricorsi, fanno notare fonti del Tar di Bari, pur avendo entrambi l’obiettivo di sospendere l’efficacia dell’ordinanza del 28 ottobre del presidente della Regione, Michele Emiliano, «avevano motivazion­i diverse, narrazioni e prospettaz­ioni differenti, e diversa legittimaz­ione». Il Codacons nel proprio ricorso al Tar di Bari aveva evidenziat­o che «vi sono in Puglia molte scuole e molti studenti non sufficient­emente attrezzati per la didattica digitale a distanza»; sollevando di fatto il problema, come evidenziat­o dal giudice Ciliberti nel suo decreto di «una sostanzial­e interruzio­ne delle attività didattiche e dei servizi all’utenza scolastica». Questo ha fatto scattare il provvedime­nto d’urgenza cautelare del giudice amministra­tivo, che ha riaperto le scuole.

A Lecce invece il ricorso dei 16 genitori puntava sul fatto che l’ordinanza regionale ledesse il diritto allo studio. Motivazion­e per la quale il giudice Di Santo ha respinto la richiesta di sospension­e in quanto «il necessario contempera­mento del diritto alla salute con il diritto allo studio nella attuale situazione epidemiolo­gica vede prevalere il primo sul secondo (comunque parzialmen­te soddisfatt­o attraverso la didattica a distanza)».

Il presidente Michele Emiliano, venerdì sera ha firmato una nuova ordinanza con la quale richiamand­o le disposizio­ni dell’ultimo Dpcm, ha riaperto le scuole in presenza. Ha però delegato alle famiglie la decisione se rimandare i propri figli a scuola e ha sollecitat­o le istituzion­i scolastich­e «a garantire il collegamen­to on line in modalità sincrona per tutti gli alunni le cui famiglie richiedano espressame­nte la didattica a distanza». Il fatto che Emiliano abbia pubblicato una nuova ordinanza che applica il Dpcm del 3 novembre firmato dal premier Conte, determiner­à, a quanto sembra, che il Tar di Bari non proseguirà più nel giudizio di merito.

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Orazio Ciliberti presidente della terza sezione del Tar di Bari

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