Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Troppi ostacoli, così il Tar ha bocciato la Dad
Fonti giudiziarie: il ricorso di Bari solleva questioni diverse da quelle esaminate a Lecce
BARI Sulla scuola nessuno scontro tra i magistrati pugliesi dei Tribunali amministrativi. Nessuna incertezza. Solo apparentemente, fanno notare fonti giudiziarie, si è trattato di due pronunciamenti opposti. Quello del presidente della terza sezione del Tar di Bari, Orazio Ciliberti che venerdì accogliendo il ricorso del Codacons ha riaperto le scuole primarie e medie: e quello della seconda sezione del Tar di Lecce, Eleonora Di Santo che, nelle stesse ore, le aveva tenute chiuse respingendo quello presentato da un gruppo di genitori. A fare la differenza è stato l’acronimo più noto degli ultimi mesi a famiglie, alunni e docenti: la Dad, la didattica a distanza. Se gli studenti non sono attrezzati e le scuole neppure, di fatto l’insegnamento a distanza provoca l’interruzione di pubblico servizio. Questo anche alla luce del fatto che la Dad non era stata prevista dal governo né per la scuola primaria né per la scuola secondaria di primo grado.
I due ricorsi, fanno notare fonti del Tar di Bari, pur avendo entrambi l’obiettivo di sospendere l’efficacia dell’ordinanza del 28 ottobre del presidente della Regione, Michele Emiliano, «avevano motivazioni diverse, narrazioni e prospettazioni differenti, e diversa legittimazione». Il Codacons nel proprio ricorso al Tar di Bari aveva evidenziato che «vi sono in Puglia molte scuole e molti studenti non sufficientemente attrezzati per la didattica digitale a distanza»; sollevando di fatto il problema, come evidenziato dal giudice Ciliberti nel suo decreto di «una sostanziale interruzione delle attività didattiche e dei servizi all’utenza scolastica». Questo ha fatto scattare il provvedimento d’urgenza cautelare del giudice amministrativo, che ha riaperto le scuole.
A Lecce invece il ricorso dei 16 genitori puntava sul fatto che l’ordinanza regionale ledesse il diritto allo studio. Motivazione per la quale il giudice Di Santo ha respinto la richiesta di sospensione in quanto «il necessario contemperamento del diritto alla salute con il diritto allo studio nella attuale situazione epidemiologica vede prevalere il primo sul secondo (comunque parzialmente soddisfatto attraverso la didattica a distanza)».
Il presidente Michele Emiliano, venerdì sera ha firmato una nuova ordinanza con la quale richiamando le disposizioni dell’ultimo Dpcm, ha riaperto le scuole in presenza. Ha però delegato alle famiglie la decisione se rimandare i propri figli a scuola e ha sollecitato le istituzioni scolastiche «a garantire il collegamento on line in modalità sincrona per tutti gli alunni le cui famiglie richiedano espressamente la didattica a distanza». Il fatto che Emiliano abbia pubblicato una nuova ordinanza che applica il Dpcm del 3 novembre firmato dal premier Conte, determinerà, a quanto sembra, che il Tar di Bari non proseguirà più nel giudizio di merito.