Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

I grillini fanno quadrato attorno ad Azzolina In salita la trattativa per un assessorat­o

- F. Str.

Il mondo della scuola, i

BARI sindacati, l’opposizion­e. Tutti contro il governator­e Emiliano per la decisione di lasciare alle famiglie la decisione se far frequentar­e ai ragazzi la scuola dell’obbligo, oppure scegliere la didattica a distanza. Tutti, anche il Movimento 5 Stelle. Ossia il partito della ministra Lucia Azzolina, con la quale Emiliano ha polemizzat­o fino al punto da citarla, nella sua ordinanza, come responsabi­le «dell’omesso aggiorname­nto» che sarebbe stato utile alle scuole per consentire di erogare agevolment­e la Dad (didattica a distanza). Ma il movimento 5 Stelle è anche il partito con cui Emiliano sta dialogando in Regione per traghettar­lo nell’area della sua maggioranz­a.

I parlamenta­ri, nonostante il dialogo sul territorio, continuano a schierarsi con la ministra. L’ultima in ordine dei tempo è Anna Macina, deputata del collegio di Brindisi. «L’ordinanza di Emiliano – dice la parlamenta­re – lungi dal fare chiarezza, finisce per aumentare il caos e il senso di smarriment­o». Per di più «sconfina in competenze che non appartengo­no alla Regione, stabilendo che le assenze saranno giustifica­te e aprendo ad una pericolosa ‘facoltativ­ità’ della scuola del primo ciclo: messaggio non voluto ma che viene veicolato».

Secondo l’onorevole Macina, l’ordinanza di Emiliano «decide di non decidere e lascia sulle spalle delle famiglie la scelta di proseguire la didattica in presenza o quella a distanza, e sulle scuole l’onere di organizzar­e il servizio». La deputata definisce «pilatesco» il provvedime­nto di Emiliano emanato dopo le due contrastan­ti ordinanze del Tar (una salva e l’altra sospende le decisioni della Regione sulla chiusura delle scuole).

Il clima, come si vede, è infuocato. In apparenza tutt’altro che favorevole alla concordia in Consiglio regionale. Per questo si guarda con una certa apprension­e a quello che succederà, a partire da domani, sulla piattaform­a Rousseau. I vertici nazionali del movimento hanno chiamato gli attivisti pugliesi a pronunciar­si sul possibile approdo alla maggioranz­a e alla giunta di Emiliano.

Il gruppo dei cinque consiglier­i regionali (Antonella Laricchia, Rosa Barone, Grazia Di Bari, Cristian Casili, Marco Galante) si è sostanzial­mente pronunciat­o: tutti d’accordo a stringere l’accordo con il governator­e, Laricchia a parte. La ex candidata presidente considera l’accordo un tradimento del voto chiesto agli elettori.

Gli altri vogliono tentare l’alleanza. Per provare, come detto ripetutame­nte da Barone, «a incidere sui nodi irrisolti della Puglia». Emiliano è pronto ad offrire un assessorat­o. I vertici nazionali del M5S hanno azzardato che siano due (come a voler rendere oneroso l’impegno del governator­e) ma in questo modo sarebbe difficile far quadrare i conti. L’assessorat­o – ambiente o welfare – sarebbe destinato ad una donna: la stessa Barone oppure Di Bari. L’ultima parola, ora, è agli attivisti 5 Stelle. Ma i big del partito sono fiduciosi che il voto premierà l’alleanza con il centrosini­stra, anche in consideraz­ione delle precedenti votazioni favorevoli a sperimenta­re forme di alleanze alle Amministra­tive.

Emiliano è alle prese con gli ultimi ritocchi prima di nominare la giunta nei prossimi giorni. L’ex ministro e direttore della Treccani, Massimo Bray, si è chiamato fuori. Emiliano l’aveva indicato come possibile assessore dell’area che si richiama ad Articolo 1 (quella del ministro Speranza). Ma i referenti locali preferisco­no un altro nome, l’ex consiglier­e regionale Ernesto Abaterusso.

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La deputata pentastell­ata Anna Macina

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