Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
I Passages di Benjamin e quel «terzo paesaggio»
Fresco di stampa per Mimesis Edizioni, il saggio Passages/ Paysages (Milano 2020, pp. 114, euro 10) di Roberto Lacarbonara, si occupa del paesaggio e della sua percezione con esempi a tutto raggio che inglobano arte antica e contemporanea, architettura e tanto altro ancora. Si parte dal paesaggio che si configura tale quando lo si riconosce come entità staccata dal corpo, come spazio intorno all’uomo, da osservare e incontrare nella sua oggettiva separazione dallo spettatore. In altre parole, quando ci si estrania per guardarlo con consapevolezza, consci di operare uno spaesamento, concetto su cui Lacarbonara costruisce, con memorie benjaminiane, la sua argomentazione.
Già a partire dal titolo, dove, infatti, compaiono i passages parigini, cari al filosofo tedesco, luoghi che nella città del Novecento consentono quello «sguardo da lontano» che genera smarrimento e una cognizione inedita della modernità. L’autore (classe 1981, curatore, docente di Storia dell’arte all’Accademia di belle arti di Lecce, direttore del Crac Puglia - Centro di Ricerca Arte Contemporanea) sviluppa un’analisi accurata di quel processo di «vetrinizzazione del reale», determinante nel rapporto tra il paesaggio e la sua rappresentazione. Dimensione comune al passato quanto al presente, che da Leonardo a Andy Warhol consente di trasporre la veduta in un mezzo espressivo, di assumerla concettualmente o,
semplicemente, di farne un’ icona. E allora, il paesaggio, divenuto immagine, si confronta con tutti i dispositivi di rappresentazione, anche quelli contemporanei che oggi contemplano terminologie trendy come borrowed views,
sightseers, customer experiences. Si tratta di processi reali o virtuali che generano interrogativi sull’autenticità dello sguardo messo a dura prova dall’odierna produzione ipertrofica di immagini. Analizzando in questa chiave il contributo di artisti e pensatori, l’autore si addentra nelle loro eterogenee produzioni: con Ghirri, tra i primi a fotografare i luoghi separando la visione dalle emozioni, con gli spazi sospesi o evocati di Cezanne e Morandi, con la natura ridisegnata dalla Land Art, passando per Pasolini, Eco, e, infine, inglobando suggestioni più recenti, dal film Parasite al Terzo paesaggio, marginale o abbandonato, di Gilles Clément.