Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
La giunta Emiliano nasce con i mal di pancia Solo due donne su nove, nomine impugnate
I comitati: «Equilibrio di genere non rispettato, andiamo in tribunale». Malumori sotterranei nel Pd barese
Nel giorno in cui Emiliano nomina ufficialmente la sua nuova giunta, sono forti i mal di pancia nel centrosinistra pugliese. A cominciare dai comitati che hanno annunciato di voler impugnare l’atto per «l’equilibrio di genere compromesso» dai soli due assessori donna. Malumori anche nel Pd barese.
Corre voce che più siamo e meglio stiamo. A via Gentile, in quel di Bari, cresce il numero del cosiddetto personale d’aula nonostante quello dei consiglieri regionali sia sempre lo stesso. A settembre del 2019 i dipendenti dell’assemblea legislativa erano 24. Quattro mesi dopo, sono saliti a 28. A cui si aggiungono i sei impiegati non soggetti a rotazione. Eppure i parlamentari local 50 erano e 50 sono rimasti. I burocrati, diceva un umorista israeliano, sono numerosi come i granelli di sabbia in riva al mare. Con la differenza che la sabbia non prende lo stipendio. Pensa te che succede…
BARI La giunta Emiliano bis parla salentino con un forte accento foggiano. Fa restare al palo il Pd barese e delude le donne. Doveva nascere sotto le insegne della parità di genere. Invece nasce sotto il segno dei ricorsi e dei malumori, con il Comitato 2votimegliodi1 che annuncia la decisione di «impugnare per illegittimità l’atto di nomina di giunta con conseguenti azioni legali in nome dell’equilibrio di genere promesso». Cinquanta e cinquanta, insomma, resta solo la percentuale esibita nei comunicati stampa. Quella reale per il momento è 2 a dieci, con l’ingresso nel nuovo esecutivo pugliese dell’esterna Anna Grazia Maraschio, avvocata salentina di area vendoliana, cui va la delega all’Ambiente, e della consigliera rieletta nel Pd, Anita Maurodinoia. A miss preferenze da Triggiano, in attesa di giudizio in un processo per corruzione, il governatore affida la delega che fu di Gianni Giannini, quella ai Trasporti. La terza casella, al welfare, che dovrebbe toccare sempre a «una consigliera» è congelata nelle mani dello stesso presidente, in attesa che il M5S decida se essere della partita o no, attraverso il voto sulla piattaforma Rousseau che «si
terrà la settimana prossima», giura la candidata in pectore all’assessorato, Rosa Barone.
I decreti di nomina firmati ieri dal governatore Michele Emiliano non si discostano dalle indiscrezioni dei giorni scorsi, con un grande rimescolamento di deleghe. Il partito di maggioranza relativa, che esprime 15 consiglieri, si deve accontentare di tre assessori. Deleghe pesanti vanno al foggiano Raffaele Piemontese, che resta al Bilancio, ma guadagna, tra le altre deleghe, le infrastrutture e
soprattutto la vicepresidenza della giunta. Sempre del Pd, a parte Maurodinoia, è Donato Pentassuglia, tarantino, già designato all’Agricoltura. Tra i sette consiglieri della lista del presidente “Con”, diventano assessori Pier Luigi Lopalco, alla sanità e Alessandro Delli Noci, ex vicesindaco di Lecce, cui va la delega allo sviluppo economico. Tra i Popolari, riconfermato al lavoro il salentino Sebastiano Leo, mentre Gianni Stea, barese della provincia, vicino all’ex senatore di FI, Massimo Cassano, passa dall’ambiente al personale. A Massimo Bray, secondo assessore esterno, «una delle massime personalità del panorama culturale italiano», dice di lui Emiliano, vanno Cultura e Turismo. La Pd Loredana Capone resta fuori, ma per lei ci sarebbe in caldo la presidenza del Consiglio regionale. «La presenza di donne in Giunta è garantita nella misura di 3 a 7 – sottolinea il governatore - e siamo impegnati con le forze politiche per far sì che l’Assemblea legislativa sia guidata per la prima volta da una donna», conferma Emiliano, rivendicando scelte «equilibrate rispetto alle nuove componenti del Consiglio e alle competenze».
La maggioranza di centrosinistra fa a meno del gruppo di Senso Civiso e Articolo1, con Alfonso Pisicchio ed Ernesto Abaterusso lasciati alla finestra dai conteggi elettorali, ma anche dalle decisioni del presidente. «Non le comprendo – dice Pisicchio - mi auguro che il presidente possa rimediare a questa spiacevole situazione soprattutto nel rispetto dei tanti cittadini pugliesi (70 mila) che, in questo momento, sono ingiustamente privati della rappresentanza in Consiglio regionale e in giunta, pur avendo
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Senso Civico superato la fatidica soglia di sbarramento del 4%». Plaudono alla nomina di Maraschio i segretari del Psi, Enzo Maraio e Luigi Iorio: «È il giusto riconoscimento a Puglia solidale e verde». Il comitato 2votimegliodi1 chiosa: «Alcune deleghe pesanti, per lo più date senza il minimo criterio di competenza: fatti nostri. E il Pd barese? Vincitore nelle urne con numeri da capogiro e rappresentato solo da una imputata? Due pesi e due misure rispetto al recente passato».
È battaglia anche sulla composizione delle liste alle elezioni regionali per cui il Comitato ha già pronto il ricorso. Per la Conferenza delle donne democratiche, regionale e nazionale, «spiace constatare che, a fronte della presenza nel centrosinistra di tante donne elette e non elette che avrebbero potuto offrire un contributo importante, è venuto meno l’impegno a realizzare una giunta improntata al principio dell’equilibrio di genere». «Un avvio di legislatura imbarazzante», attacca l’europarlamentare Raffaele Fitto. Per Luigi D’Eramo (Lega) è una «giunta al ribasso». Allo stesso modo la pensa l’ex leghista Caroppo.
Raffaele Fitto Per il governatore questo inizio di legislatura si dimostra imbarazzante