Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Il Tar tiene aperte le scuole (a metà)

Il Dpcm prevale sull’ordinanza regionale. Ma, in classe o in Dad, decisione alle famiglie

- Di Bepi Castellane­ta

Fino al prossimo 3 dicembre toccherà ancora alle famiglie decidere se mandare i bambini delle scuole elementari e delle prime medie in classe, oppure lasciarli a casa per seguire la didattica a distanza. È questo l’esito del verdetto con il quale il Tar ha lasciato aperte le aule, facendo prevalere il Dpcm sull’ordinanza di Emiliano del 27 ottobre.

BARI A voler essere estremamen­te concreti si può dire che alla fin fine per le famiglie non cambia nulla. Nel senso che in Puglia si va avanti con la scuola, per così dire, «à la carte». E così, fino al 3 dicembre, toccherà ancora ai genitori decidere se mandare i figli in classe o chiedere la didattica digitale integrata laddove sia possibile. Ma al di là del verdetto finale, dalla battaglia dinanzi al Tar affiora un principio che può costituire uno dei (pochi) punti fermi nella marea di ordinanze che sta travolgend­o l’Italia: il decreto del presidente del Consiglio dei ministri (Dpcm) – sostengono i giudici - prevale sui provvedime­nti regionali e ne determina la perdita di efficacia.

«È una decisione che contribuis­ce a fare chiarezza e aiuta i cittadini a orientarsi», dice l’Avvocato dello Stato, Giuseppe Zuccaro, che si è costituito in giudizio per conto del ministero dell’Istruzione e ha insistito proprio su questo delicato punto.

L’ordinanza della terza sezione del Tar presieduta da Orazio Ciliberti viene depositata in mattinata, il giorno dopo l’udienza collegiale conclusasi con la bocciatura della richiesta avanzata dal governator­e Michele Emiliano di essere ascoltato. Il Tribunale amministra­tivo regionale dichiara improcedib­ile l’istanza cautelare del Codacons di Lecce e di un gruppo di genitori per la sospension­e dell’ordinanza numero 407. Vale a dire quella con cui la Regione il 27 ottobre ha disposto la didattica digitale integrata per tutte le scuole ad eccezione di quelle per l’infanzia. In realtà, fanno presente i giudici, il provvedime­nto è di fatto evaporato nel nulla proprio su iniziativa di chi lo ha emesso.

Dopo la sospensiva decisa dal Tar il 6 novembre con un decreto inaudita altera parte (senza ascoltare le parti), Emiliano ha infatti immediatam­ente corretto il tiro e non a caso ha emesso una nuova ordinanza. Che quindi scavalca e sostituisc­e la precedente. E soprattutt­o - non è mai stata impugnata.

Risultato: le ultime norme stabilite dalla Regione, quelle che affidano ai genitori la scelta se richiedere la didattica digitale integrata o mandare i figli in classe, rimangono in vigore. In poche parole il ricorso è improcedib­ile non perché il provvedime­nto sia inattaccab­ile, ma per il semplice motivo che non esiste più. E a cancellarl­o ha provveduto lo stesso governator­e. Il quale si dice comunque «molto soddisfatt­o» per la decisione del Tar e tiene a sottolinea­re come i giudici non abbiano intaccato la legittimit­à della prima ordinanza, vale a dire quella che lui stesso ha provveduto a disinnesca­re firmandone subito un’altra.

Come se non bastasse, i magistrati sottolinea­no che quelle norme hanno comunque perso efficacia «a seguito dell’entrata in vigore del Dpcm» del 3 novembre. In quelle cinque pagine viene quindi scolpito un principio che potrebbe rivelarsi un nuovo inizio nei rapporti tra governo e Regioni, come conferma l’avvocato dei genitori che si sono rivolti al Tar, Pietro Quinto. «Lo spazio di intervento per le Regioni – dichiara – vi è soltanto fino a quando in una specifica materia non interviene il governo centrale».

Di certo, anche se adesso il verdetto apparentem­ente sembra accontenta­re tutti, la battaglia legale sulla scuola è stata per diversi giorni al centro del dibattito politico sull’asse Bari-Roma. Ed è stata caratteriz­zata da uno scambio di dichiarazi­oni al vetriolo tra Emiliano e il ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina. In questo scenario turbolento ha assunto un ruolo decisivo il ministro per gli Affari regionali Francesco Boccia. Lui, pugliese di Bisceglie, esponente di primo piano del Pd e da sempre fedelissim­o del governator­e, si è rivelato un abile quanto prezioso pontiere, contribuen­do in modo risolutivo a un abbassamen­to dei toni.

La normativa Dopo la sospensiva il governator­e Emiliano aveva varato una nuova ordinanza

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In basso a sinistra il governator­e Emiliano e a destra un protesta a Bari contro la didattica a distanza
● Il Tar di Bari ha dichiarato improcedib­ile l’istanza cautelare del Codacons e di un gruppo di genitori per la sospension­e dell’ordinanza numero 407, l’atto con cui la Regione il 27 ottobre ha disposto la didattica digitale integrata per tutte le scuole ad eccezione per l’infanzia. Fino al 3 dicembre toccherà ancora ai genitori decidere se mandare i figli in classe o no
Battaglier­o In basso a sinistra il governator­e Emiliano e a destra un protesta a Bari contro la didattica a distanza ● Il Tar di Bari ha dichiarato improcedib­ile l’istanza cautelare del Codacons e di un gruppo di genitori per la sospension­e dell’ordinanza numero 407, l’atto con cui la Regione il 27 ottobre ha disposto la didattica digitale integrata per tutte le scuole ad eccezione per l’infanzia. Fino al 3 dicembre toccherà ancora ai genitori decidere se mandare i figli in classe o no

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