Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
«I nostri bambini rischiano di non saper leggere e scrivere»
BARI Roberto Romito, presidente associazione dirigenti scolastici Puglia, è chiaro: «Ce l’aspettavamo perché si trattava di un’ordinanza già superata dalla realtà e dalle norme. E lo stesso Tar lo ammette. Resta in ogni caso una situazione di confusione perché è la seconda ordinanza che invade le competenze: è la scuola che giustifica le assenze, non di certo un governatore. Nelle scuole dell’obbligo si deve andare in presenza come succede nelle zone rosse».
Che idea si è fatto?
«Che lasciare decidere ai genitori se mandare o non mandare i figli in classe è una cosa inedita. Così le scuole vivono nelle incertezze quotidiane. Conosco tantissimi presidi e docenti che ogni giorno non sanno in quanti si presenteranno a lezione in presenza. Dove si verificano dei contagi si chiude per le sanificazioni e poi si prosegue. Tutto qui. E dispiace vedere vanificati tutti gli sforzi fatti prima della riapertura: le scuole, poverine, si sono attrezzate per le lezioni in presenza, hanno scovato nuovi spazi, nuove aule, garantiscono distanziamento, igiene e sicuezza. Senza dimenticare lo stress per le famiglie: sino a venti giorni fa protestavano lasciando davanti alle scuole gli zaini, ora invece sono allarmate. E non è nemmeno facile gestire dei figli che frequentano la scuola da casa».
Come si sentono in questa fase i dirigenti scolastici?
«Vasi di coccio tra vasi di ferro. Stretti tra l’incudine e il martello perché c’è un’invadenza istituzionale che mette in discussione l’autonomia scolastica. Sta all’autonomia delle scuole organizzarsi per assicurare la presenza in sicurezza dei propri alunni e giustificarne le eventuali assenze».
Che conseguenze intravede per la didattica?
«Qui rischiamo che per due anni di seguito i bimbi di prima e seconda elementare non impareranno né a leggere né a scrivere. E non possiamo permetterci il crollo di questa principale base formativa».